CHI E' VERO CRISTIANO?
Domenica scorsa, 27/08/2017, il rappresentante di Casa Paund che è andato, assieme a un gruppo di altri adepti al gruppo, a contestare l'operato di padre Biancolani, il sacerdote che ha portato un gruppo di migranti in piscina a Pistoia ha detto: noi siamo cristiani. Intendeva dire che reputava il non essere per una cultura inclusiva, il non condividere le idee di solidarietà verso il prossimo, non fosse incompatibile con la fede in Gesù quale figlio di Dio. Non è un concetto nuovo. Anche nel meeting di rimini di Comunione e Liberazione si sono alzate voci che esprimevano lo stesso concetto. Voci che hanno apertamente contestato il progetto di inclusione sociale legato all'introduzione del cosiddetto Ius soli. Non voglio confondere le cose. Sappiamo benissimo che lo ius soli è un progetto di legge che rende cittadino italiano chi è nato e vive in Italia, ma è stato procreato da persone di nazionalità straniera. Un conto è questa norma che si riferisce a soggetti sociali ben precisi, la cui vita è legata a quella del nostro paese fin dalla loro nascita, e un conto è l'idea solidale che anima i cuori di diverse persone e fa storcere il naso ad altre. Però appare lecito pensare che l'idea di contestare un sacerdote, perché ospita migranti, e l'idea di non accettare che bambini nati e vissuti in Italia diventino cittadini italiani si poggia sulla stessa cultura di esclusione. La domanda è la cultura dell'esclusione è compatibile con il messaggio evangelico? Si può chiedere di cacciare il migranti, si può contestare un prete che li dà un rifugio, e sentirsi allo stesso tempo credenti? Si può contestare le parole del papa che invitano alla solidarietà verso gli ultimi, verso i disabili, i migranti, i malati, i diseredati, ed essere egualmente cristiani? La risposta che si dà casa pound è: si. Ma noi cittadini comuni possiamo affermare la stessa cosa? Possiamo tranquillamente reputarci credenti anche se ci prendiamo gioco della diversità, ci prendiamo in giro i disabili, i migranti che chiedono aiuto? E' una domanda complessa a cui è realmente difficile trovare una risposta. Teoricamente non dovrebbe costare molto ai seguaci del "primatismo", cioè a coloro che credono nell'esclusione del diverso, rinunciare al cristianesimo. Casa Pound asserisce il diritto di escludere l'altro, la chiesa chiede inclusione, la scelta logica è ripudiare la chiesa incompatibile, come il messaggio evangelico, con i dogmi della destra. Questa scelta però è difficile farla. Per motivi di tradizione culturale è difficile fare una scelta coerente. Troppo spesso, pur odiando il messaggio d'amore verso i disabili gli stranieri portato da Gesù, diventa difficile rinunciare a dirsi cristiani, è un fenomeno comune a molti, non solo ai seguaci di casa Pound, dichiararsi cristiani pur non condividendo i valori iscritti nel vangelo. Da un punto di vista dell'evoluzione del pensiero sociale del nostro paese e non solo è un aspetto importante, una contraddizione, che va studiata con interesse.
testo di Giovanni Falagario
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