mercoledì 23 agosto 2017

STORIA DELLA CITTA' DI TROIA (FG)

TROIA!
Troia non è la città cantata da Omero. La Troia di cui vogliamo parlare oggi è una cittadina in provincia di Foggia. Nata sulle rovine di un'antica città romana, Aece, Troia fu voluta da Basilio Boiohannes, catapano dell'italia meridionale. Il catapano, forse è utile ricordarlo, era il governatore dell'Italia Meridionale dominata dall'impero di Bisanzio. Basilio risiedeva a Bari ed era il rappresentante in Italia della potestà imperiale dell'imperatore di Costantinopoli. Un documento imperiale in lingua greca del 1019 documenta quali fossero i confini e le mura della nuova cittadina. Si denominò Troia probabilmente per omaggiare il grande poeta Virgilio, che scrivendo "L'Eneide" aveva cantato Enea, eroe troiano, come il capostipite della stirpe romana. L'Impero di Bisanzio, la cui capitale Costantinopoli non è lontana da dove è sepolta la Troia antica, celebra il legame fra le due sponde dell'impero fondando in Capitanata una città che ha lo stesso nome della città natale di Enea, Troia appunto. Le fortune della cittadina all'inizio della sua storia sono legate a quelle dell'Impero d'Oriente. I Bizantini che si trovano a fronteggiare diversi nemici, ne fanno una cittadella fortificata. Il suo ruolo strategico la rende importante fin dalla sua fondazione. Il papa ne fa sede episcopale, il vescovo di Troia è nominato direttamente dal pontefice di Roma, privilegio che allora non era dato a tutti i porporati, proprio perché il luogo era considerato anche dal pontefice di estrema importanza. Nel 1071, a pochi anni dalla sua fondazione, i Normanni, nuovi signori del Sud Italia, la sottrassero ai bizantini e ne fecero una delle loro città più importanti.Per manifestare il loro dominio i normanni edificarono la chiesa di Santa Maria. Ma fu Guglielmo II, il re di Palermo, a volere che la chiesa si allargasse, ciò avvenne nel secolo XI. Sotto i Normanni, durante il loro regno di Sicilia, regno che comprendeva tutto il sud Italia, Troia fu città sede di traffici e di scambi culturali. Gli edifici pubblici si moltiplicarono. Un castaldo, amministratore normanno, ebbe sede nel paese. Fu con l'arrivo al trono di Enrico VI di Housteaufen che Troia trova il suo massimo splendore. Il re di Palermo e imperatore di Germania ebbe a cuore Troia, le gli concedette le "libertas" cioè la possibilità di darsi uno statuto e delle leggi comunali, prodromo di una indipendenza simile a quella che ebbero i comuni del nord Italia. Ma il figlio di Enrico, Federico II, il puer Apuliae, non solo revocò le libertas ma rase al suolo Troia, la ribelle. Dopo questo tragico episodio la cittadina faticò a ridestarsi, perse l'importanza strategica del passato e assunse un ruolo di tranquilla cittadina rurale che non ha perso nei secoli, fino ad arrivare ad oggi. I turisti che in questi giorni di agosto affollano le spiagge del Gargano potrebbero fare una gita a Troia. Vedere la sua magnifica cattedrale. Visitare le tante chiesette. Guardare gli edifici che ricordano la sua grandezza medievale. Gustare il succulento cibo che imbandisce le tavole dei ristoranti e delle trattorie del luogo. Gustare il robusto vino della città, il primitivo di Troia, che è rinomato ormai in tutto il mondo.
testo di Giovanni Falagario

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