lunedì 21 agosto 2017

Lucera, storia dell'umanità





Sembra incredibile, ma è vero, un piccolo centro della Capitanata, un paesino, racchiude in sé sette millenni di storia. Ha compiere questo vero è proprio miracolo è Lucera (provincia di Foggia). I primi insediamenti umani che l'archeologia ha potuto rinvenire e studiare risalgono a cinquemila anni prima della nascita di Cristo. Il museo cittadino conserva i preziosi rinvenimenti legati a quel lontano periodo della storia dell'umanità. Insomma Lucera, i luoghi ove sorge, sono stati testimoni dell'avventura dell'umanità che conquistava la penisola italica, fin da quando l'uomo di Neanderthal contendeva l'Europa ai primi Homo Sapiens. Strabone, storico greco di età classica, indica Diomede, eroe Acheo della guerra di Troia, quale fondatore di Lucera. Insomma i natali della cittadina sono certamente nobili. Appare chiaro il suo legame con il mondo della Magna Grecia che aveva in Taranto una delle sue città più importanti. Insomma Lucera è nata dall'incontro di due civiltà quella greca e quella daunia, cioè quella del gruppo etnico autoctono del foggiano. Difficile dire se è realtà o è leggenda questo racconto. Certo che se la tradizione indica Lucera come luogo in cui Diomede ha deposto le armi e il Palladio, la statua sacra di Troia che il re greco aveva trafugato, certamente vuol dire che la cittadina era in epoca classica di cultura greca. Bisogna dire che le recenti scoperte archeologiche hanno confermato la presenza greca, il ritrovamento di preziose armature elleniche a Lucera sono una delle più rilevanti scoperte. Nel 300 A.C. Lucera, come tutte le città daune, si schierò al fianco di Roma nella guerra contro i Sanniti. Una delle più sanguinosi conflitti che si siano tenuti per la conquista della penisola italiana. Lucera fu rasa al suolo dai Sanniti, il soccorso romano arrivò tardi. Quello che rimase della città furono solo macerie. Il console romano Lucio Papiro Cursore ebbe il compito di liberare Lucera dal dominio sannita. La cruenta battaglia che ne seguì fu vinta dai romani, che, però, invece di essere i liberatori, furono crudeli nei confronti degli abitanti considerati traditori. Questo atteggiamento provocò la ribellione di Lucera, a questo punto la repressione romana fu totale, si distrusse tutta la città e furono annientate tutte le istituzioni politiche e sociali della città stato. Al posto della libera Lucera si fondò la Lucera colonia romana, totalmente assoggettata ai capricci dell'Urbe. Da questo momento Lucera ebbe una rinascita architettonica. Da città Greco/appula divenne città romana. I templi, il circo, il teatro, ancora oggi visitabile, i monumenti pubblici si costruirono con una solerzia incredibile. In poche generazioni Lucera divenne una perla architettonica. Da quel momento la città fu sempre fedele a Roma. Le cronache e gli storici romani ricordano gli eroi di Lucera che scesero al fianco dei soldati capitolini contro i cartaginesi e contro il terribile Annibale, che durante la seconda guerra punica faceva scorribande in Puglia. Insomma Cerignola da allora rimase fedele a Roma, fino a diventare una città imperiale in cui l'impronta dei grandi di Roma si fece sentire. Giulio Cesare in persona fece sostare le proprie legioni sull'agro lucerino, a dimostrazione della fedeltà della città. I ritrovamenti archeologi di Lucera Romana sono di una bellezza unica. Solo questi meritano una visita. Con l'invasione barbarica Lucera perde la sua centralità strategica, il suo predominio decade in favore di altri luoghi, come Foggia e Barletta. Con l'arrivo di Giustiniano, l'imperatore d'Oriente che intendeva riunificare le due sponde del Mediterraneo, Lucera torna ad essere capoluogo della Daunia. Le alterne fortune della presenza bizantina fanno le sfortune di Lucera. Lucera viene strappata presto a Bisanzio ad opera dei Longobardi, che ne fanno un loro centro politico e militare. Alla riconquista bizantina seguì la nuova distruzione della città. E' il settimo secolo dopo Cristo. Fu Federico II di Svevia, molti secoli dopo, nel 1200, a far rinascere la città. Ne fece il luogo di insediamento delle sue truppe musulmane. Federico aveva una guarnigione di soldati provenienti dall'Africa settentrionale, che gli furono molto utili per le sue guerre di conquista. Scelse di dislocarle a Lucera, che infatti in quel periodo storico era l'unica città dell'Italia ad avere moschee dedite al culto di Allah, proprio per il particolare privilegio concesso da Federico II ai suoi militi mori. Lucera rinasce architettonicamente. Non ci sono solo le moschee, oggi non più visitabili, distrutte o trasformate nei secoli in chiese. Ci sono le magnifiche mura della fortezza federiciana, simbolo del potere imperiale, al pari di altre roccaforti come il famoso castel del Monte vicino Andria e Corato. I musulmani di Lucera furono sempre fedeli a Federico II e alla sua discendenza. Alla morte dell'Imperatore e Re di Palermo, si schierarono al fianco del figlio Manfredi contro l'invasione francese, capitanata dagli Angiò. Lucera fu lo strenuo bastione delle forze imperiali contro il travalicante potere militare dei perfidi francesi. Lucera fu distrutta, si può dire che morì assieme al suo amato Manfredi. Sotto gli Angioini e tutti i dominatori che seguirono e che si imposero con a forza nel Sud Italia, ebbe un ruolo marginale. Lucera fece parte integrante di un feudo. Insomma fu sottomessa a un signore locale, che ne fece sua proprietà personale. Le istituzioni comunali furono abolite, Lucera non ebbe diritto a un suo statuto, cioè a quel corpus giuridico che caratterizza le città libere. San Francesco Antonio Fasani, santo che operò nella prima parte del 1700, la ricorda come città fedele e laboriosa, i cui cittadini erano dediti alla cura delle campagne circostanti. Il santo si distinse non solo per la sua assoluta devozione alla Madonna, ma anche per il suo impegno civile, volto ad aiutare i più bisognosi, e per la sua dedizione verso le opere pie cittadine. Insomma Lucera è una cittadina che abbraccia millenni di storia. Gli eroi del paese che si sono distinti nell'epoca risorgimentale, nella prima e nella seconda guerra mondiale, testimoniano l'attivismo degli abitanti che si è manifestato fino ai giorni nostri.

testo di giovanni falagario

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