IL PRETE DELLE STELLE
Si chiama Guy Consolmagno. E' nato a Detroit nel 1952. Ha 65 anni. E' di chiare origini ispaniche. E' gesuita. E' stato scelto da papa Francesco per gestire la "Specola Vaticana" (l'osservatorio astronomico della Santa Sede). Si perché oltre a far parte della Compagnia di Gesù, lo stesso ordine che fu di Jorge Mario Bergoglio, è anche un noto astronomo di fama internazionale. I suoi libri hanno portato un importante contributo agli studi scientifici nel settore dell'astrofisica. Ma è stato il suo intervento nel dialogo fra fede e scienza a renderlo famoso anche fra i non "addetti ai lavori". Si ricordano i suoi libri: "L'infinitamente grande. L'astronomia e il vaticano" e "God's Mechanics: come gli scienziati e gli ingegneri ci trasmettono il senso della religione. Ecco perché è stato scelto da Francesco come direttore della "Specola Vaticana", uno degli osservatori astronomici più antichi e prestigiosi del mondo. Voluto da Papa Clemente XIV, che ordinò i lavori di costruzione dell'osservatorio che sorgerà all'interno del Vaticano con un "motu proprio"" (un documento fatto di iniziativa papale) nel 1774, la "Specula Vaticana" è una delle sedi scientifiche più importanti del mondo, i scienziati di tutta Europa affollano i suoi centri di osservazione stellari all'avanguardia. Ecco perché il pensiero di padre Guy Consolmagno è degno di essere recepito e le sue parole sono un chiarimento prezioso davanti ai tanti dubbi che annebbiano la mente di molti che affrontano il tema scienza/religione. Le sue parole sono di conforto di fronte a un mondo che sembra senza Dio. Un mondo dominato dal caso, in cui la scienza registra solo avvenimenti segnati dalla casualità e dal meccanicismo, senza un'apparente presenza di una mente divina. Il gesuita confuta decisamente questa visione di un universo senza Dio. Afferma: Dio esiste, e lo si può vedere nell'armonia delle stelle, nell'ordine delle galassie, anche gli eventi più estremi più deflagranti, quali le esplosioni delle supernove o i terribili "Buchi neri" sono la manifestazione della presenza di Dio e della sua clemenza con le creature. La bellezza del creato impone che ci sia un creatore. Padre Guy afferma che Dio è talmente grande che è impossibile coglierlo nella sua essenza. Possiamo percepirlo nelle sue opere, nella natura da lui creata. Possiamo intuirlo paragonandolo alle nostre esperienze terrene, ecco perché lo chiamiamo "padre", perché lo paragoniamo ai nostri genitori, ma Dio è qualcosa di immensamente più grande dei nostri progenitori il suo amore è infinitamente più grande di quello che possiamo nutrire noi esseri umani. Ecco perché l'universo, pur non essendo Dio, ma anch'esso una sua creatura, può essere specchio allo sguardo dell'uomo di Dio, nella sua infinitezza possiamo percepire l'assoluto del divino, ecco perché secondo Guy la scienza, l'astronomia e la fisica non negano Dio, ma l'affermano. Guy, guardando all'immensità dello spazio, non esclude la presenza di altri esseri viventi, magari scienti come l'Uomo. Dice: se ci fossero dovremmo offrigli la possibilità di battezzarsi e di scoprire il messaggio di salvezza che Gesù ha dato a tutti i viventi, non solo all'uomo. Sarebbero certamente "fratelli", come è fratello ogni uomo di questa terra, perché cosa ci fa simili fra noi esseri umani e cosa ci fra essere simili agli altri esseri viventi, eventualmente esistenti su altri pianeti, non è il DNA, non sono i cromosomi, tanto meno il colore della pelle, ma è la coscienza, il senso di bene, la percezione che l'altro è un bene prezioso, che deve essere un'acquisizione comune ad ogni essere senziente, questa è la certezza di Guy Consolmagno, il prete delle stelle.
testo di Giovanni Falagario
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