lunedì 21 agosto 2017

STUDIARE PER CAMBIARE


Per costruire un futuro migliore bisogna studiare. La mia non è un'affermazione originale. Ognuno di noi è consapevole che per costruire qualcosa di buono bisogna avere un Background culturale. Per cultura non intendiamo solamente quella che si definisce cultura accademica (diritto scienza letteratura) ma anche quel Know how, quel saper fare, che caratterizza tutti i lavori artigianali e, in generale, manifatturieri. Come riuscire a stare al passo con le innovazioni dovute alle nuove tecnologie è lo studio che ce lo insegna. Ma come poter imparare le cose utili al futuro? Dove si può apprendere ad utilizzare gli strumenti necessari a fronteggiare le nuove sfide del domani? E' questa la domanda cardine, oggi che la grande recessione sembra volgere al termine e che siamo chiamati a nuove sfide per progettarci un domani. La disoccupazione giovanile nel nostro paese è drammaticamente alta. Le nostre imprese non riescono, o non vogliono, riassorbire quella forza lavoro persa durante la grande crisi che è iniziata dal 2008. La sfida per reagire a questo stato di cose è mettersi a leggere, provare a confrontarsi con le nuove tendenze che il mercato mondiale offre. Dal di fuori del nostro paese non provengono necessariamente solo attacchi al nostro stile di vita, dall'estero vengono anche proposte innovative che abbiamo la possibilità di apprendere e immettere nel nostro sistema d'impresa. Prendere esempio dalle industrie di ricerca americane, riuscire anche in Italia a costruire una rete che interconnette le università con i laboratori di ricerca industriale privata può essere una soluzione per creare innovazione. Non stiamo proponendo una novità assoluta nel nostro paese. Già oggi università come il politecnico di Bari hanno un rapporto di collaborazione con imprese industriali, anche americane, che finanziano i progetti dei nostri valenti ingegneri pugliesi. Un esempio da imitare. Il domani è ricerca, il domani è riuscire a immettere sul mercato strumenti innovativi, il domani è riuscire a creare una rete di aziende e istituti pubblici capaci di diventare un corpo unico che si muove armonicamente, non solo per fare fatturato, cosa legittima, ma anche per creare le basi di una società migliore in cui nessuno sia escluso, in cui tutti possano avere un ruolo attivo nella società. Studiare è l'unico modo per migliorare se stessi e migliorare la realtà che ci sta intorno. Ad esempio perché non poter pensare a un domani di piena occupazione, in cui i disabili, come i normodotati, abbiano un ruolo importantissimo. Le scienze pedagogiche e le scienze sociali ci hanno insegnato che offrire una chance di realizzarsi a tutti è possibile, basta (basta lo mettiamo fra virgolette, è la vera sfida del domani) che ci sia una vera e propria rivoluzione copernicana in cui il lavoratore non serve per realizzare profitto, ma il profitto, prodotto dal lavoro di tutti, serva a dare dignità alle persone. Insomma i ricavi non devono servire a ingrassare la finanza, ma devono servire a innovare e a migliorare il sistema produttivo per poter dare una chance a tutti.
Testo di Giovanni Falagario

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