ECCO CHI INSULTA I DISABILI
E' stato identificato l'autore del cartello che insultava i disabili a al centro commerciale "Carosello" di Carugate. E' un incensurato. Un professionista. E' un laureato. Le forze dell'ordine non hanno reso noto le sue generalità. Quello che si sa che è un professionista affermato. Ricapitoliamo il "signore" in questione era andato a un centro commerciale, aveva posteggiato la macchina in un parcheggio riservato agli invalidi, una persona diversamente abile aveva denunciato il fatto alla polizia, al ritorno della spesa il tizio ha trovato una bella multa di 50 euro. A ciò l'automobilista incivile ha reagito, invece di vergognandosi, esponendo un cartello ricolmo di insulti verso colui che l'aveva denunciato. Un cartello di uno squallore desolante nei suoi contenuti era stato esposto su un idrante proprio attaccato alla parete prospiciente il posto riservato. Un cartello fatto di insulti e errori ortografici. Si è pensato al solito atto di inciviltà, certo, ma non si pensava potesse essere stato compiuto da una persona con un'istruzione superiore. Invece si è scoperto che l'inciviltà non si vince con i pezzi di carta che attestano i, presunti, risultati scolastici. Una persona laureata può essere l'autore di insulti indicibili verso le persone più deboli. Questo è un chiaro indice di come i valori cristiani siano ben lontani dalla vita vissuta quotidianamente. Di come le parole di solidarietà di comunanza di fraternità sono rumori vuoti, semplici parole che fluiscono nel vento. Il cartello di Carugate è un esempio estremo di cattiveria e di mancanza di sensibilità, ma quante volte, quasi tutti i giorni, si sentono parole e si compiono gesti che con la solidarietà verso il più debole non hanno nulla a che fare. Si vive una dicotomia fra una società fondata sulla solidarietà, non solo i Vangeli ma anche la costituzione italiana stessa impongono che siano rivolto soccorso a chi non ce la fa, che nel quotidiano invece è fatta di chiusure, di porte sbarrate davanti a coloro che il fato ha voluto diversi. Quanti insulti sentiamo per strada. Quante volte la rabbia spinge a prendersela con il più debole. Difficile pensare veramente che ci possano essere prospettive per costruire una società meno crudele. Difficile pensare che lo stato di emarginazione, sociale lavorativa culturale, che vivono in molti sia superabile. Bisogna trovare il modo di abbattere le barriere, non solo quelle architettoniche, che costruiscono un muro fra persone e rendono il cuore duro, talmente duro da giustificare l'insulto verso un disabile. Ci vorranno generazioni per compiere questo salto culturale.
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