BASTA VIOLENZA SULLE DONNE
Li hanno presi i cinque balordi che hanno stuprato una ragazza polacca e una trans sulla spiaggia di Rimini. Sono quattro minorenni e un maggiorenne di appena vent'anni. Quest'ultimo e un rifugiato politico, proviene dalla Nigeria. Si chiama Guerlin Butungu. Gli altri quattro sono nati e vissuti nel nostro paese, anche se figli di persone immigrate. Lo sdegno per il loro comportamento è grande. Non appaiono affatto pentiti del loro insano gesto. Non si sono resi conto di aver rovinato la vita a tre persone, il trans, la donna polacca e il suo amico che è stato violentemente picchiato la notte dell'aggressione. Un mondo violento il lor. Fatto di droga alcool e dissolutezza. Un mondo che rende possibile cadere in basso fino al punto di violare la dignità di una donna, violentandola. La polizia di Rimini li ha individuati dopo un lento e costante lavoro di indagine. I primi due a costituirsi sono stati due fratelli di quindici e sedici anni. Si sono presentati alla questura di Vallefoglia, comune romagnolo ove risiedono, e hanno detto "siamo noi ad avere combinato il casino di Rimini". Gli altri due sono stati arrestati da un bliz della polizia. Il più grande, Butungu, è stato preso mentre andava su un treno verso Milano. Le donne della polizia di Rimini ci hanno messo tutto il loro im pegno per fermare questi vili aggressori. Il prefetto di Rimini ha espresso tutta la sua soddisfazione per l'operazione. Rimane la rabbia per un atto barbaro, avvenuto in quella che deve rimanere la terra della civiltà, del rispetto verso l'altro e della tolleranza. Bisogna fermare questa cultura deleteria che tende a rendere l'altro, e soprattutto la donna, un mero oggetto per soddisfare le proprie voglie. E' tempo di una vera e propria rivoluzione culturale che metta al centro la persona e la dignità dell'essere umano. Basta con battute sessiste, basta con la dissolutezza che autorizza ogni comportamento violento verso l'altro. E' ora di cambiare. E' ora di scoprire i valori dello stare insieme della convivenza. Nessuno può far male al proprio prossimo.
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