venerdì 22 settembre 2017

PROGETTO PER IL LUNGOMARE A BARI



FITNESS O POLPI?
Il progetto di riqualificazione del lungo mare di Bari è in via di progettazione. Secondo gli architetti che sembra abbiano vinto il bando di gara, la strada che dà sul mare avrà un'enorme passerella in legno e alluminio su cui i baresi potranno fare attività sportiva. Ci saranno migliaia di metri quadrati lungo il mare prospiciente Bari in cui si potrà camminare, fare footing, fare ginnastica, yoga e ogni tipo di attività legata al tempo libero. Questo progetto prevede che non siano accessibili alle persone quelli che i baresi chiamano i "chiangoni", enormi pezzi di cemento armato che hanno la funzione di frangi frutti.Un luogo ove ufficialmente non è possibile andare, ma che di fatto è luogo frequentato da pescatori e da "battitori di polipi", cioè quelle persone che sbattono violentemente il mollusco per renderlo più tenerlo mangiare crudo o cotto. Insomma un'abitudine che fa di bari una città marinaresca, in cui il culto del cibo, dei frutti di mare si manifesta nella quotidianità attraverso il lavoro incessante delle persone che puliscono e preparano alla mensa pesce, frutti di mare e molluschi. Il dibattito sull'opportunità di mutare l'aspetto del lungomare barese si fa di natura antropologica. E' opportuno omologare la città a tante altre città che si affacciano sul mare? E' opportuno rendere Bari uguale a tante altre città portuali? E' opportuno modificare la sky line barese? La risposta è difficile. Bari è una città di porto. E' una città di marinai. Da sempre la città vecchia vive in simbiosi con il mare quasi fosse una estensione naturale della abitazione di chi risiede nel borgo antico. Creare un grande spiazzo, un'area che diventa un immenso spiazzo prospiciente al mare, di fatto snaturerebbe l'anima del borgo antico che sarebbe privato del libero accesso al mare, per sbattere i polpi, ma non solo, è il modo in cui la gente di Bari si interfaccia con l'ambiente marino che da millenni la circonda che verrebbe a cambiare. Il dibattito si allarga. Mentre i progetti sul nuovo lungomare che verrà si fanno sempre più arditi architettonicamente, la gente comune vorrebbe che la città non perdesse il suo millenario legame con il mare da cui da sempre trae ricchezza, benessere e vita. Sbattere i polpi, mangiare le cozze crude non è solo un'abitudine culinaria e anche una cultura cittadina che il nuovo lungomare, asettico e senza chiangoni, potrebbe snaturare.
testo di Giovanni Falagario

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