domenica 3 settembre 2017

NUMERO CHIUSO ALL'UNIVERSITA'



DIRITTO A CONOSCERE
In questi giorni infuria il dibattito sul tema del numero chiuso all'Università. Molti atenei d'Italia, adeguandosi fra l'altro alle indicazioni del ministero che tagliava fondi, hanno scelto di precludere l'ingresso agli atenei a coloro che non avessero ottenuto un sufficiente curriculum scolastico alle scuole medie superiori o non avessero superato test d'ingresso. La scelta ha suscitato tantissime polemiche. Il diritto allo studio, a conoscere, è sancito dalla costituzione. Il fatto che venga precluso ad alcuni sembra una vera e propria prevaricazione da parte dell'istituzione pubblica. Se il numero chiuso alle università scientifiche può essere, in parte, giustificato dalla carenza di supporti didattici per tutti, quali laboratori e strumenti di alta tecnologia. Per le facoltà umanistiche non vi è alcuna ragione per frapporre barriere fra la conoscenza e i ragazzi che vogliono studiare. La conoscenza non è un bene finito, non è come una torta che se divisa in più pezzi lascia a tutti le briciole. Più ci sono persone che si abbeverano al sapere, maggiore è il beneficio per la collettività che si accresce dal punto di vista culturale. Ognuno di noi è potenzialmente un latore di nuove idee di nuovi progetti. Precludere a qualcuno la possibilità di studiare è come amputare un arto all'intera Italia. Il diritto allo studio è un bene che va tutelato per il bene del singolo che si approccia alla conoscenza e per il bene dell'intera comunità che ha bisogno di teste pensanti. Meno barriere allo studio, più inclusione porterà benefici a tutti.
testo di Giovanni Falagario


Nessun commento:

Posta un commento