IL G7 DELL'INCLUSIONE
Quest'anno l'Italia ha ospitato il g7, cioè la riunione dei paesi più potenti e ricchi d'Occidente. Il culmine della kermesse è stata a Taormina, ove i capi del governo delle 7 nazioni più industrializzate, fra cui il presidente americano Donald Trump e il nostro presidente del consiglio Paolo Gentiloni, si sono incontrati. Fra oggi, 08/09/2017, e domani, invece, si riuniranno i rappresentanti dei parlamenti di questi grandi stati. Lo faranno prima a Napoli e poi a Roma. Discuteranno di inclusione e di modello di sviluppo adeguato a rendere partecipi e protagonisti tutti i soggetti sociali. Insomma si discuterà di economia e disabilità. Si discuterà di introdurre un modello produttivo che possa dare un ruolo a chi in questo frangente storico vive una realtà marginale. Ovviamente il pensiero è anche ai tanti migranti e disoccupati che la crisi mondiale ha messo in uno stato di prostrazione. Non è un caso che questo argomento sia trattato dai rappresentanti dei parlamenti. Gli organi legislativi sono nelle democrazie i soggetti che sono più a contatto con i cittadini e i loro bisogni. Non è strano che si facciano carico dei problemi dei più bisognosi. La scelta di tenere il summit dei parlamenti nel meridione d'Italia non è casale. Il Sud d'Italia ha un modello di sviluppo fondato sulla esclusione. Sono tantissimi i soggetti più indifesi esclusi dalla vita sociale. E' quasi un modello etico e culturale che impone l'esclusione. Il lavoro nero, il modello di economia sommersa, la capacità di eludere le leggi dello stato e, ovviamente, la criminalità organizzata fanno dell'economia meridionale la più avvezza a non sottomettersi alle leggi degli stati che impongono politiche inclusive. Gli appelli di papa Francesco per la solidarietà nel meridione sono stati inascoltati. Allora non è un caso che i parlamenti dei grandi della terra parlino di una politica economica in una terra il cui modello di sviluppo sembra agli antipodi. I g7 parlano di legalità, in una terra in cui si lavora in nero, si fattura poco e niente, cioè non si pagano le tasse. Parlano di inclusione in una terra in cui i disabili occupati non raggiungono una percentuale a due cifre, dati Istat. Cioè su 100 disabili 8, che potrebbero lavorare, lavorano. Dove i migranti vivono in uno stato di emarginazione tragica, nell'assoluta noncuranza della politica. Dove si muore nelle campagne per il troppo lavoro, che è per giunta malpagato. Bisogna cambiare questo stato di cose. Questo sembra il monito dei 7 parlamenti riuniti a Napoli. Il mondo può essere migliore se si trova un modo per distribuire meglio la ricchezza che già c'è. Il sud, ricchissimo e composto di tante splendide persone, che vive in una crisi decennale, si può dire secolare, proprio perché rinuncia alla solidarietà e alla legalità è un esempio negativo che può diventare positivo a patto che venga fuori l'economia sommersa, fonte di guadagno per pochi e di disperazione per tanti.
testo di Giovanni Falagario
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