ADDIO ALL'ULTIMO AMICO
Si è spento Gastone Moschin. E' morto a Terni il 4 settembre 2017. Nato a San Giovanni Lupatoto in provincia di verona l'8 giugno 1929. Aveva 88 anni. Attore di teatro raffinato, aveva esordito sul palcoscenico al teatro stabile di Genova negli anni '50 del secolo scorso. Streller, il grande regista teatrale, scoprì e apprezzo il suo talento e lo volle al "Picccolo di Milano". Memorabili sono le sue interpretazioni nello "Zio Vania" di Cechov e nei "Giganti della Montagna" di Luigi Pirandello. La sua fama di artista da palcoscenico si diffuse. Il cinema italiano lo volle anche interprete del grande schermo. Anton Giulio Majano lo volle nel suo film "La rivale". Lì inizia la sua carriera cinematografica, fatta, bisogna dirlo, di personaggi "non-protagonisti", comunque memorabili. Il suo impegno è anche come doppiatore, ruolo che ricopre in film di Dino Risi (Il Vedovo) e di Bernardo Bertolucci (Prima della rivoluzione). Pietro Germi lo volle ne "signori e signori" come uno dei protagonisti. Sorprendentemente, vista la sua fama, meritatissima, di attore drammatico, il successo arriva con la commedia all'italiana. E' parte del cast stellare del sequel de "I soliti ignoti" dal titolo "L'audace colpo dei soliti ignoti" diretto da Nanni Loy e ha come partner attori del calibro di Nino Manfredi. Insomma gli anni '50 e '60 per Gastone Moschin sono gli anni della commedia all'italiana, gli anni '70 sono quelli del "polizziottesco", come la critica chiamava i crime movie all'italiana. In quel periodo interpreta poliziotti, criminali, assassini, vittime e carnefici. IL genere "poliziottesco" deve moltissimo alla tensione recitativa di Gastone Moschin. Tanti personaggi che rimangono nella storia del cinema, tanto che Quentin Tarantino li ama, non ci sarebbero stati senza di lui. Ma il suo capolavoro è il personaggio dell'architetto Rambaldo Melandri di "amici miei" di Mario Monicelli. Personaggio cinico e cridele quando si trattava di fare scherzi atroci. Famosissimo è il corteggiamento alla moglie dell'amico Alfeo Sassaroli, medico interpretato da Adolfo Celi. Il protagonista interpretato da Moschin seduce la donna solo per dimostrare all'amico che la sua consorte non è una santa, e nell'amplesso del goito la chiama con il "vezzeggiativo" di "Cippa Lippa", a indicare l'assoluta indifferenza verso la donna. Insomma Moschin dà le forme a un carattere crudele, cattivo, implacabile, ma allo stesso tempo animato da un forte senso morale, pronto a fustigare tutte le ipocrisie della società che fanno dell'amore un semplice passatempo. Ha interpretato un ruolo nel "Padrino parte seconda" di Coppola. Anche l'America l'ha quindi amato. Ha meritato una crolla d'oro come miglior attore non protagonista, premio che lo incorona fra i migliori artisti cinematografici italiani. Rimarrà legato comunque a "Amici Miei", il film che grazie a lui, Ugo Tognazzi, Adolfo Cieli, Filippe Leroi, e Mario Monicelli, rimarrà nella memoria di tutti gli italiani. Grazie Gastone, per averci fatto piangere, sorridere e riflettere con le tue performance recitative. Gastone si è spento nell'Umbria, regione che amava e che lo ha adottato, circondato dal verde splendido e dalle vestigia medievali che caratterizzano la città di Terni, è morto avendo negli occhi la bellezza artistica e naturale italiana.
testo di Giovanni Falagario
Nessun commento:
Posta un commento