mercoledì 20 settembre 2017

CAMPAGNA ELETTORALE IN GERMANIA

LA GERMANIA CHE NON VUOLE LA MERKEL

Secondo i sondaggi i partiti che appoggiano la cancelliera tedesca Angela Merkel dovrebbero vincere facilmente le elezioni nazionali in Germania. Questo sostanziale plebiscito che dovrebbe dare la maggioranza assoluta in parlamento, il Bundestag, alla coalizione fra I Cristiano democratici e i Cristiano Sociali, che ormai dalla seconda guerra mondiale, assieme ai socialdemocratici, governano il paese in alternanza o coalizzati fra loro, prima la Repubblica Federale di Germania (la Germania Ovest filo americana) poi, dall'Ottantanove, la Germania unificata. Tutte rose e fiori per Angela? Non sembra proprio così. I problemi per la cancelliera nascono proprio nei suoi luoghi natali, in quella Germania Orientale che fino all'ottantanove era comunista, dove lei è nata e si è formata professionalmente. Ricordiamo che Angela Merkel è, oltre a politica, un valente fisico e chimico. A Scwerin, città fra le più importanti della ex Repubblica Democratica Tedesca (DDR è l'acronimo dell'ex stato comunista in tedesco), ha dovuto fare un comizio al chiuso. La motivazione ufficiale è che bisogna difendersi dai primi freddi autunnali. Ma il gelo non è quello atmosferico, il gelo verso la cancelliera è nei cuori dei tedeschi orientali che si sentono trascurati, a torto o ragione, dal governo centrale. I dati parlano chiaro. Un tedesco orientale ha un reddito pari al 73% di quello di un occidentale. Se si fa riferimento alla situazione socio economica di quando c'era il Muro di Berlino il dato segna un progresso a favore dell'Est di quasi 20 punti. Rimane il fatto che a oltre vent'anni dalla riunificazione un tedesco orientale è molto più povero di un suo concittadino che vive nella parte occidentale del paese. Kohl, il cancelliere della riunificazione padre politico della Merkel, nel '90 del secolo ormai passato promise crescita e prosperità per tutti i cittadini della Germania unificata, vaticinio che a distanza di quattro lustri non si è ancora avverato. La disoccupazione in questi ultimi anni è scesa anche in oriente, è all'8,5%, un dato che l'Italia vorrebbe avere, ma se si confronta il dato con quello dei senza lavoro in Germania Occidentale i tedeschi dell'est senza occupazione sono il 5% in più di quelli dell'Ovest, che ha un tasso di inattività pari al 3.5%. Ecco perché in Germania Est i partiti antisistema sono fortissimi. Secondo i sondaggi AFD (il partito di estrema destra che non nasconde nostalgie naziste, anche se non lo può dire apertamente visto che in Germania vige una norma che esclude i partiti nazisti dalla competizione elettorale, una legge in vigore dal 1945) e la sinistra estrema guidata da Linke, che è molto simile al movimento degli Indignados spagnolo o a Tzipras greco. Ecco perché la Merkel preferisce i palazzetti dello sport, quale luogo dei suoi comizi. Niente scherzi! Si entra solo su invito. Chi ha in mano fischietti o strumenti per fare rumore viene cacciato come un provocatore. La Germania dell'Est va tenuta a bada, le teste calde, chi non applaude la cancelliera viene allontanato. Ma queste operazioni di facciata non servono a debellare il malumore e la disperazione che serpeggia in quelle lande. Se sarà rieletta, come dicono i sondaggi, la Merkel dovrà portare avanti un progetto di sviluppo per la sua Germania Orientale. Deve dare una risposta alla rabbia che serpeggia nel suo paese.
testo di Giovanni Falagario




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