domenica 3 settembre 2017

il mito della razza che caratterizza la destra italiana

LA RAZZA
La scelta di Forza Nuova di utilizzare un vecchio manifesto fascista per apostrofare il barbaro stupro di Rimini mette al centro il concetto di razza come concetto filosofico. Il "razzismo", inteso come la convinzione che la propria progenie è migliore delle altre, è caratteristica fondamentale di buona parte della politica occidentale dall'Ottocento a oggi. Il colonialismo si è basato sulla presunzione della superiorità dell'uomo bianco che doveva civilizzare le altre etnie. Sia in Inghilterra sia in Francia sia in Italia, ma anche in Spagna, se si pensa al dibattito sugli indios incentrato sulla convinzione che non fossero uomini, era dato per acquisito che l'Europeo dovesse dominare in virtù di una superiorità razziale. Quindi non appare una novità che il nero sia considerato naturalmente delinquente, naturalmente soggetto carico di violenza, in virtù di questa presunzione gli occidentali uccidevano i nativi delle colonie, per prevenire atti di violenza. Nella prima parte del XX secolo accademici italiani scrissero il "manifesto della razza" un documento che asseriva la superiorità dell'italiano rispetto a chiunque altro. Poco importa se, caduto il fascismo, i filosofi i medici i biologi, che l'hanno redatto, si sono rimangiati quella loro dichiarazione, adducendo come motivazione del loro atto il bisogno di accondiscendere alla volontà di Mussolini, quelle persone hanno tracciato una tesi e l'hanno argomentata. Insomma la razza, come concetto filosofico e come fondamento dell'agone politico, è un elemento presente da molti decenni nella cultura occidentale. Gianfranco Miglio, il fondatore della lega, ha scritto molto su quella che poi si chiamerà "la razza padana" contrapponendola all'inferiore "razza meridionale". I suoi scritti devono molto al pensiero fascista, anche se le camicie nere non distinguevano fra italiani. Il razzismo come concetto filosofico sembrava sconfitto dall'oggettivo orrore che esso stesso ha prodotto. Il mito della razza ha creato l'antisemitismo novecentesco, inteso come bisogno degli stati superiori di eliminare l'ebreo considerato inferiore. Questo orrore, l'olocausto, sembrava avesse manifestato l'abominio del razzismo. Avesse reso palese che il concetto di razza crea solo guerra e orrori. Invece la seconda parte del XX secolo e questo scorcio di XXI ha assistito alla crescita di movimenti xenofobi e razzisti, che hanno ripreso concetti e idee che hanno prodotto milioni di morti. L'episodio orrendo di Rimini, in cui ragazzi di origine africana hanno stuprato una giovane polacca, non può e non deve concedere a partiti come Forza Nuova di propagandare il mito della razza. Chi ha commesso violenza deve pagare, chi ha barbaramente violentato una ragazza è e rimane un mostro, ma non è la razza a determinare il suo reato è la sciente volontà di far del male. Chi dice che la razza è la discriminante che fa agire gli uomini e le donne in un modo o in un altro è latore di una cultura, che in realtà è un cumulo di disvalori, che l'Europa ha nel suo bagaglio storico, purtroppo, e che ha portato milioni di morti.

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