NON UNA DI MENO
Ieri, 25/11/2017, in molte piazze del mondo si sono radunate donne, uomini, giovani il loro scopo è dire "no" alla violenza perpetuata ai danni del genere femminile. "Non una di meno" è un modo per dire che non è accettabile che si possa perdere la vita, perché donna e vittima della violenza prevaricante maschile. Non ci deve essere mai più "una di meno" sulla faccia della terra uccisa da un maschio. Il movimento è nato in Argentina. Dagli inizi del secondo decennio del millennio un gruppo di donne Sudamericane si stanno battendo contro la violenza di natura sessuale ai danni delle donne e dei piccoli. Questo sforzo ha prodotto un'ondata di adesioni in tutto il pianeta. Ieri a Pizza Della Repubblica,Roma, hanno sfilato tante donne che vivono nel nostro paese raccogliendo l'appello che è planetario. Un successo senza precedenti, le donne si sono ritrovate per chiedere dignità. Lavoratrici, studentesse, intellettuali, madri hanno chiesto di poter vivere pienamente la propria vita. Un modo per provare a cambiare lo stato delle cose. Un realtà che vede le donne oggetto di violenza e di ricatti. Ormai è all'ordine del giorno leggere le cronache che raccontano di donne oggetto di ricatti sessuali, vuoi avere un ruolo sociale, sottomettiti. Ma non è solo il ricatto, ogni giorno le donne subiscono stupri, violenze, sono uccise. E' ora di dire basta, di gridare con forza che ogni essere umano, a prescindere dal genere a cui appartiene, è un bene prezioso per ciò che riesce a esprimere la propria intelligenza e la propri sensibilità. L'umanità diviene migliore se riesce a bandire la violenza da quello che il rapporto sentimentale più importante, quello che unisce una donna a un uomo. Imparare a gestire i rapporti fra generi in maniera serena, in maniera tale da superare gli scontri e i litigi utilizzando solo il dialogo e non le mani, è il modo ottimale per evitare che ci siano i cosiddetti "femminicidi", neologismo che designa, forse in maniera impropria e non bella, gli omicidi ai danni delle donne legati alla sete prevaricante di un maschio dominatore, o meglio che si auto designa come tale. Che dire? Ci auguriamo che non ci sarà mai più una di meno.
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