LA LIBERA' DI PAROLA
Ieri, 29/11/2017, un gruppo di persone sono entrate nel Chiostro di Santa Eufemia a Como. In questo luogo, un tempo luogo di culto ed eremo, vi opera un'associazione di volontariato che si occupa di attività teatrali e di inserimento nel tessuto sociale dei migranti. Il gruppo di persone che ieri è entrato all'interno del chiostro fa parte di un'associazione culturale e politica denominata "naziskin". I rappresentanti di questo gruppo politico si sono introdotti nel chiostro di Santa Eufemia per esprimere il profondo dissenso verso l'operato dei volontari comaschi. Hanno chiamato i volontari: traditori dell'Italia e degli italiani, perché il loro operato agevolerebbe l'invasione straniera del suolo italico. Non hanno commesso alcun atto di violenza fisica. Si sono limitati a leggere un comunicato di profondo biasimo per coloro che sono solidali verso chi non ha sangue italiano. A coloro che hanno criticato la scelta dei naziskin di irrompere nel chiostro, la destra ha fatto notare che la loro azione è stata del tutto pacifica, nessun atto violento è stato compiuto. L'ondata, a dir loro pretestuosa, di indignazione è invece manifestazione di uno spirito autoritario e indemocratico che caratterizza i "comunisti", come sono chiamati coloro che svolgono attività di solidarietà e di supporto agli strati sociali emarginati. Ovviamente la frecciata dei naziskin è verso quell'universo del volontariato, soprattutto cattolico, che si adopera per l'integrazione sociale dei migranti, dei disabili e di tutte quelle fasce sociali che la destra considera subumani, come diceva Hitler, il grande ispiratore dei movimenti che oggi si chiamano "sovranisti". Da un certo punto di vista hanno ragione. Non si può e non si deve togliere la parola a nessuno. Chiunque ha diritto ad esprimere le proprie idee. Io che scrivo devo fare autocritica. Spesse volte ho rappresentato l'anelito ad essere solidale quasi come se fosse un dovere civico, una imposizione legale. Ovviamente non è così. La solidarietà è una scelta. La si può non fare. Quindi è giusto che i naziskin come molti liberi cittadini esprimano l'avversione profonda verso l'opera d'inclusione sociale che fa la chiesa nei confronti di tutti i denominati "diversi". detto questo rimane la convinzione che scegliere l'inclusione sia l'opzione morale da compiere. Criticare chi aiuta l'altro, come hanno fatto i naziskin, è magari lecito, è magari un esercizio di diritto di parola, ma è moralmente deprecabile, chi vi scrive rimane convinto che per costruire una società migliore è necessario che ci siano uomini e donne che si prendano cura dell'altro, come fanno a Sant'Eufemia i volontari che accolgono i migranti, come fa chi ogni giorno aiuta i disabili e i più deboli
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