LA MERKEL AL BIVIO
La Germania non riesce a darsi un nuovo governo. Dopo le elezioni del 24 settembre 2017, che hanno visto anche in Germania il trionfo dell'estrema destra populista, il partito dei Cristiano Sociali ha di fatto perso l'egemonia. Pur rimanendo il primo partito tedesco, il movimento della Merkel non riesce più a coinvolgere altre forze politiche nella formazione del goberno. I social democratici, guidati da un sempre più frustrato Martin Shulz, dopo la cocente sconfitta elettorale che li ha visti arrivare al minimo storico dei consensi, hanno scelto di rimanere all'opposizione. Il governo Grigio/ verde, cioè il frutto di un accordo fra Merkel, i verdi e i liberali, non riesce a nascere, troppo forti sono i motivi di contrasto fra gli ambientalisti, notoriamente sensibili non solo a tematiche ecologiste ma anche di sinistra, e i liberali, invece orientati apertamente a destra. In questo momento la Germania è senza un governo. L'unica via percorribile, a rigore di logica, sarebbero nuove elezioni. Per sciogliere il parlamento però la via è tortuosa. La Legge Fondamentale tedesca, così si chiama la costituzione in Germania, impone che il presidente della repubblica affidi alle camere questa scelta, infatti il Bundestang è chiamato a votare per tre volte il cancelliere uscente, in questo caso la Merkel, e solo alla terza tornata, se non c'è la maggioranza assoluta che elegge il nuovo cancelliere, può autorizzare il presidente della Repubblica Federale a sciogliere anticipatamente le urne, sempre se non ci siano possibilità che si formi un governo di minoranza. Una procedura lunga e complessa che è finalizzata ad evitare colpi di mano, come avvenne negli anni '30 quando Adolf Hitler, con la complicità dell'allora presidente della Repubblica Tedesca Heidenburg, fece sciogliere le camere e indisse elezioni politiche che gli permisero di prendere il potere. Insomma la Germania è attualmente senza governo. La crisi della Germania mette in discussione anche alcuni assetti italiani. Sappiamo che Berlusconi e Salvini hanno puntato molto sulla Merkel, affinché facesse pressioni sulla Corte dei Diritti dell'Uomo per restituire il posto di senatore al cavaliere decaduto dalla carica a seguito della legge Severino. Forza Italia è rimasta nel Partito Popolare Europeo per conseguire questo fondamentale obbiettivo. La tesi della destra italiana è semplice. Essere senatore o deputato è uno strumento fondametale di difesa dalla legge. Chi come Berlusconi, indagato, chiede il voto, lo fa per avere le tutele parlamentari. La Legge Severino le annulla proprio quando il deputato ne avrebbe più bisogno. Insomma la destra italiana considera le elezioni al parlamento come uno strumento di difesa dell'imputato davanti ai giudici, una tesi che la Merkel non condivideva per la sua Germania. In Germania, infatti, la carica pubblica è vista come un servizio al popolo, non come uno "diritto difensivo", ma pur di lasciare Forza Italia nel PPE era disposta a concedere questa stravaganza all'Italia. Se gli italiani, ragiona la Merkel, considerano essere onorevoli uno strumento per evitare la legge, facciano pure. Ma ora senza la Merkel la Corte dei diritti dell'Uomo europea darà l'agibilità a Berlusconi? Gli permetterà di tornare in parlamento, evasore fiscale? Nella cdu sono fiduciosi, manterremo i patti con gli italiani dicono. Intanto Salvini tuona: è vergognoso, ha detto qualche giorno fa, che in Italia si permetta di votare a diciottenni figli di immigrati, si riferiva allo Ius soli, mentre Silvio Berlusconi, come tanti condannati in via definitiva, non può andare in parlamento. La crisi della Germania metterà i bastoni fra le ruote al disegno di "ritorno in campo" del cavaliere di Arcore? Staremo a vedere!
testo di Giovanni Falagario
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