domenica 12 novembre 2017

IL LOUVRE IN ARABIA

MUSEO D'ARABIA
Apre ad Abu Dhabi, nella Penisola Arabica, la succursale del Louvre. E' un progetto museale faraonico, un museo che è stato costruito in dieci anni, frutto della volontà dell'emiro di portare i tesori storici conservati a Parigi anche nel cuore del Medio Oriente. Da questa idea è nata la collaborazione fra l'istituzione museale del Louvre e l'emiro che ha permesso di costruire una magnifica struttura architettonica, pensata da Jean Nouvel, che ospiterà una collezione che ambisce a diventare la più ricca d'Asia. Gli emiri hanno garantito al Louvre un finanziamento di diversi miliardi di Euro che permetterà di ampliare le attività culturali in Europa in cambio di un Know How e il prestito di alcune opere conservate attualmente nel museo francese. E' un progetto ambizioso. La volontà è quella di creare un luogo, uno spazio fisico, ove l'Occidente e l'Oriente si possano incontrare, scambiandosi informazioni e arricchendo la propria conoscenza. Un sincretismo, una fusione, fra i mondi cristiani, mussulmani, buddisti e di tante altre religioni. Infatti nel museo del Golfo Persico saranno rese accessibili al pubblico opere meravigliose testimoni silenti di tutte le civiltà e religioni che si trovano nei cinque continenti. Il presidente della Repubblica Francese, Emanuel Macron, sarà presente alla inaugurazione di Mercoledì 15/11/2017 che aprirà le porte del museo a tutti i cittadini del mondo. Già da tempo i biglietti della giornata inaugurale sono andati esauriti. Da ogni parte del mondo milioni di persone vorrebbero visitare le sale di quello che sembra essere destinato a diventare uno dei templi della cultura mondiale. L'emiro di Abu Dhabi si augura che questo progetto possa favorire il senso di fraternità fra i popoli. Per il Louvre e i suoi prestigiosissimi collaboratori è una sfida epocale, saper trasformare i dollari del petrolio, non in strumenti di odio e di morte come purtroppo spesso avviene, ma come veicolo culturale per poter rendere il sapere umano fruibile a tutti gli angoli della terra.
testo di Giovanni Falagario

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