venerdì 3 novembre 2017

IL RITORNO DEL CAIMANO

LO SPIRITO DEL '94.
Ieri, 1 novembre 2017, c'erano tutti a Palermo. Tutti ad applaudire l'uomo della provvidenza, quel Silvio Berlusconi che nel 1994 conquistò il potere e assieme alla lega segnò per sempre i destini del paese. C'era Antonello Rizza sindaco di Priolo. Perseguitato dai giudici. Ha ben ventidue capi di imputazione, è rimasto fedele al partito, non ha mai fatto un nome. Unito nella lotta contro la legalità che accomuna tutti coloro che acclamano Silvio Berlusconi. C'era Francantonio Genovese, illustre imprenditore siciliano, ex deputato del Partito Democratico dovette dimettersi, un ennesimo sopruso di Renzi, perché accusato da giudici di aver sottratto fondi pubblici. Oggi Berlusconi e i suoi sostenitori lo abbracciano come uno di loro. Genovese è commosso, si impegnerà fino all'ultimo per far trionfare Forza Italia e Lega in Sicilia. C'è Francesco Cascio che racconta il suo dramma di condannato per corruzione. L'ex presidente dell'Assemblea Siciliana vede in Forza Italia l'unico modo per sottrarsi alle angherie della giustizia. Insomma queste persone si sentono rinate. Vedono nell'elezione di Nello Musumeci a presidente della Sicilia un motivo di riscatto e di riabilitazione personale. Musumeci è Berlusconi, lo rappresenta in Sicilia, appoggiarlo vuol dire aderire a quello "spirito del '94", a quel programma che aveva come unico punto combattere la legalità e difendere i tanti che, purtroppo, rischiano la galera perché ha ricevuto o pagato tangenti. Un Berlusconi sorridente ha rassicurato i tanti suoi elettori. La Sicilia è solo l'inizio, poi la destra conquisterà il governo nazionale e avrà come unica priorità salvaguardare coloro che hanno commesso reati finanziari. Intanto in Europa si spera. La corte europea di Strasburgo deve cancellare la legge Severino, che purtroppo non permette ai condannati per evasione fiscale in via definitiva, come Berlusconi, di sedere in Parlamento. Silvio ha diritto di sedere in Parlamento, come tutti gli altri imprenditori che difendono i propri soldi dal fisco, è questo il grido della platea siciliana.
Testo di Giovanni Falagario

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