venerdì 17 novembre 2017

MORTO IL BOSS DEI BOSS



E' MORTO!
La prima sensazione che si ha alla notizia della morte di Totò Riina è di gioia. Il capo dei capi, il vile assassino, è morto, finalmente. Si è spento alle 3.35 si questa mattina, nell'ospedale del carcere di Parma, luogo ove scontava il carcere duro da 24 anni. Il mandante delle stragi di Via D'amelio e di Capaci finalmente dovrà dar conto della sua vita a un Giudice Supremo. Colui che ha avviato la stagione delle stragi di Cosa Nostra, colui che ha prostrato nel terrore l'intero paese, colui che ha versato sangue innocente ha smesso di vivere. Su questa terra non ci può essere redenzione per persone come lui. Magari nell'aldilà il giudizio dell'Onnisciente sarà diverso, ma su questa terra Riina rimarrà nel ricordo solo come un brutale assassino che ha messo ogni cosa al servizio della sua sete di danaro e di potere. Totò Riina è l'incarnazione di una criminalità tremenda, un mondo dell'illegalità che calpesta sistematicamente ogni valore, che considera la persona come "carne" come mera materia che si può distruggere o sfruttare secondo l'abbisogna. Se il Sud d'Italia versa in una crisi economica, morale e politica la colpa è principalmente della criminalità organizzata e di "Cosa Nostra" la tremenda associazione mafiosa che Riina ha comandato per decenni. Ogni ambito sociale è, purtroppo, infettato dalla mafia. La politica è spesso sottomessa al potere criminale. L'economia deve fare i conti con i ricatti della violenza mafiosa. I soldi provenienti dai traffici illeciti avvelenano il sistema finanziario, non solo del Meridione, non solo dell'Italia, ma ormai dell'intero pianeta. I proventi della droga infestano le borse, alterando gli equilibri di mercato. La cosa tremenda è che la mafia infetta le periferie del nostro paese. Arma uomini, donne e bambini per renderli killer assetati di sangue. Non si ferma davanti a nulla. Uccide e fa uccidere, Tutto per acquisire denaro. Tutto ciò rappresenta Riina. Ma ovviamente questo sistema, che lui ha incarnato per tutta una vita senza mai manifestare un solo segno di avvedimento, non finisce con lui. Altri hanno già preso il suo posto. Altri hanno ordinato omicidi e stragi. Altri gestiscono il traffico di droga. Per noi comuni cittadini e per lo stato italiano è il momento di alzare la testa. E' arrivato il momento di acquistare dignità. Di reagire. Di mostrare di essere non solo altro dal sistema mafioso, incarnato dal boss dei boss, ma anche di essere il suo acerrimo nemico. Ognuno di noi deve rifuggire ogni forma di illegalità, anche la meno grave. Il rispetto del diritto, della legge, dello stato deve essere la risposta all'antistato che è la mafia. Legalità è l'unico antidoto alla mafia, alla camorra alla ndrangheta e a tutti gli altri gruppi criminali. Riina è morto, ora deve morire il malaffare. Deponete le armi voi affiliati! "Vi dovete inginocchiare" come disse la moglie di un agente della scorta di Falcone, con gli occhi gonfi di lacrime, al funerale del marito, Vito Schifani, e del giudice antimafia nel 1992. La mafia è un cancro che deve essere estirpato dalle carni del paese. Chi ne fa parte deve immediatamente pentirsi e deporre le armi. La connivenza fra politica, economia, finanza e potere mafioso deve immediatamente finire. Riina è morto, bene!, ma deve morire anche la mafia che ha rappresentato e comandato per decenni.
testo di Giovanni Falagario

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