lunedì 13 novembre 2017

LA PRIMA GUERRA MONDIALE



IL BIVIO
Un secolo fa l'Europa, come la concepiamo oggi, nasceva. L'Europa degli stati nazione. L'Europa dell'emancipazione dei popoli. I grandi imperi centrali crollavano. Nascevano gli stati sovrani anche nell'Europa dell'Est. Fu la vittoria della Francia e della Inghilterra contro l'Austria e la Germania, entrambe istituzioni imperiali. Il 1918 doveva aprire una stagione di pace. il Trattato di Versailles, in cui le nazioni vincitrici imponevano agli imperi centrali di deporre le armi, doveva segnare una stagione di convivenza pacifica per le nazioni. Così non fu. Quel momento storico fu la premessa di nuovi drammi. Le scelte fatte a Versailles contenevano le premesse che avrebbero portato alla conclusione tragica che è stata la seconda guerra mondiale, scoppiata a soli vent'anni di distanza. Insomma la nascita degli stati nazioni in ogni angolo del vecchio continente creò le premesse per una nuova, ancor più drammatica, stagione di guerra. L'indipendenza nazionale, l'emancipazione culturale delle nazioni sottomesse agli imperi, non portò pace, ma guerra. Anche oggi l'Europa vive una fase in cui le comunità nazionali tentano di emergere, di diventare protagoniste della storia. Viviamo gli effetti di lunga durata del crollo dell'impero sovietico. Dall'Ottantanove del secolo scorso, quando crollava il muro di Berlino, il vecchio Continente vive una fase di cambiamento. Le guerre nella ex Iugoslavia hanno segnato l'ultimo decennio del XX secolo, scoppiate per la sete di identità nazionale delle repubbliche balcaniche: Croazia e Serbia in primo luogo. Con il nuovo secolo le identità nazionali o locali hanno acquistato un ruolo fondamentale nello scenario politico europeo. In Catalogna, come nel Nord Italia, in Polonia o nella repubblica Ceka i movimenti identitari hanno un ruolo fondamentale. La novità è che in Occidente questi movimenti mettono in crisi gli stati nazionali. Il movimento identiraio scozzese ad esempio chiede l'indipendenza dal Regno Unito. Insomma la caduta del muro, avvenuta più di vent'anni fa, segna la crisi degli stati nazionali nati nel ferro e nel fuoco della prima guerra mondiale. Lo sgretolamento delle entità nazionali segna la riscoperta delle identità locali, dei clan, delle piccole comunità che sembravano integrate nel processo democratico nazionale almeno fino a pochi anni addietro. Non sappiamo dove porterà questo processo di sfarinamento degli stati. Certo crea un grande stato di tensione internazionale. I grandi progetti frutto degli accordi fra stati, in primi l'Unione Europea, sembrano entrare in crisi davanti all'emergere di questi movimenti di emancipazione locale. Il futuro appare incerto e le ombre del 1918, con le sue tragiche conseguenze, incombono sui nostri tempi.
Testo di Giovanni Falagario

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