venerdì 8 dicembre 2017

LA PRIMA 2017/18 ALLA SCALA



LA RIVOLUZIONE IN SCENA
Ieri, come è da tradizione, è andata in scena la prima della Scala. Da sempre il prestigioso teatro milanese sceglie il sette dicembre, il giorno di Sant'Ambrogio, di ogni anno per aprire la stagione operistica. La prima opera lirica dell'inverno meneghino è stata "Andrea Chenier". Musicata da Umberto Giordano su un libretto di Luigi Illica è andata in scena per la prima volta il 28 marzo 1896 proprio al teatro "Alla Scala". Si racconta le vicende del giovane poeta Andrea Chenier e della contessina Maddalena legati da un amore assoluto durante gli anni infuocati della Rivoluzione Francese al termine del XVIII secolo. Il primo atto si apre con l'incontro dei due ad un ballo organizzato dai nobili genitori di Maddalena in un castello sontuoso. I due discutono di cosa è l'amore, in uno splendido certame dialettico in cui la musica e le parole si aggrovigliano. La spunta il poeta Andrea che dimostra alla scettica contessina come l'amore possa albergare solo in cuor gentili e di conseguenza convince Maddalena a non disprezzarlo. Questo avviene sotto gli occhi del servo Gerard, da sempre innamorato della sua padrona Maddalena. Il secondo atto si apre in piena rivoluzione. Gerard, da cortigiano diviene uno dei più importanti dirigenti della rivoluzione. Aiuta, segretamente, Maddalena. Che è caduta in disgrazia e priva dei genitori, giustiziati ad opera del crudele tribunale rivoluzionario condotto da Robespierre. Maddalena rincontra Andea, rinasce l'amore. Gerard venuto a conoscenza di questo e preso dall'ira sfida a duello il giovane e viene gravemente ferito. Gerard viene portato via agonizzante e Andrea condotto in prigione. Terzo atto. Andrea Chenier è processato. E' un traditore, un cospiratore, controrivoluzionario secondo l'accusa. Gerard, ormai guarito, ha un moto di pietà. Capisce che per Maddalena, la sua amata, perdere Andrea sarebbe un dolore troppo grande. Utilizza la sua amicizia nei confronti di Robespierre per intercedere a favore del poeta. Robespierre,, l'incorruttibile, lo caccia sprezzante facendo intendere che anche per lui presto arriverà la ghigliottina. Ultimo atto. Il patibolo. Maddalena con un sotterfugio si sostituisce a un'altra condannata a morte e si immola accanto al suo uomo. Muoiono insieme davanti a una folla assetata di sangue, mentre Gerard piange per i sensi di colpa. L'opera lirica contiene arie liriche sublimi. Come non citare "Ecco l'altare" un duetto d'amore splendido fra Maddalena e Andrea. Oppure l'aria "un dì all'azzurro spazio". Oppure "si, fui soldato", in cui Andrea Chenier prova invano di dimostrare la sua fedeltà alla rivoluzione e alla Francia. Ieri il soprano Anna Netrebko e il tenore Yusif Eyazov, amanti nella finzione e sposi nella vita, si sono esibiti magnificamente mandando in visibilio la platea che si è dilungata in vibranti e diuturni applausi. Esemplare è stata la conduzione d'orchestra del maestro Riccardo Chaylly che ha saputo magistralmente dirigere sia orchestra che cantanti. Magnifica la regia di Roberto Martone, noto anche come regista cinematografico, che ha saputo rendere il clima rivoluzionario attraverso una serie di piani sequenza, evidentemente mutuati dal cinema, in cui apparivano come sfondo la folla proletaria in sommossa. Insomma la magia della lirica ha compiuto il miracolo. Come avviene da oltre un secolo, da quando Umberto Giordano ha composto l'opera, quando l'Andrea Chenier viene rappresentata si rivive il tumulto, la vis, rivoluzionaria senza perdere quel senso di umanità che ci fa essere vicini alle vittime della violenza e del terrore. Il pubblico della Scala ha tributato il giustissimo e meritato successo a tutti i protagonisti di ieri.
testo di Giovanni Falagario

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