sabato 16 dicembre 2017

SCANDALO BANCAETRURIA



LA BANCA DI PAPA'
La vicenda Banca Etruria inguaia il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Maria Elena Boschi. Ricordiamo i fatti. Siamo nell'imminenza del referendum costituzionale, al governo c'è Matteo Renzi. la Boschi è ministro per le relazioni con il parlamento e per le riforme, siamo nel 2015. Si scopre che la banca non è in grado di garantire la restituzione di ingenti somme a correntisti che avevano fatto alcuni investimenti. L'istituto di credito rischia il fallimento e i risparmiatori rischiano di perdere i risparmi di una vita. Fra i dirigenti di quella banca c'è il padre del ministro, Pierluigi Boschi. Secondo voci giornalistiche, che con il passare del tempo si fanno sempre più credibili, in quei mesi di difficoltà per "Banca Etruria", il ministro Boschi avrebbe chiesto ai dirigenti di Unicredit, una delle banche più grandi e importanti d'Italia, di rilevare Banca Etruria risolvendo le difficoltà del gruppo e potendo così creare una soluzione per il dissesto finanziario. Un'operazione che palesa il conflitto d'interesse del ministro, impegnata a risolvere il problema bancario del papà. Il ministro avrebbe anche dialogato con Vincenzo Consoli, presidente dell'autorità per la vigilanza bancaria, su "Banchaetruria". Insomma la posizione di Mariaelena Boschi imbarazza il governo e il Partito Democratico. Le opposizioni urlano al conflitto d'interessi, come non dargli torto. Si chiede che il ministro si dimetta. La Boschi sembra intenzionata a rimanere al suo posto. Si dichiara scevra di colpe. Non ha commesso alcun reato e non ha nemmeno compiuto azione che vanno a ledere il ruolo istituzionale che ricopriva, a suo dire. Difficile dire dove è la verità. La cosa certa è che il Partito Democratico precipita nei consensi, ora i sondaggi lo danno a un magro 20%. La colpa è solo della Boschi? Certo che no! Ma rimane il fatto che l'opacità di alcune situazioni rende poco credibile il partito agli occhi dell'elettorato.
Testo di Giovanni Falagario

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