mercoledì 20 dicembre 2017

REPUBBLICA E PAESAGGIO



RIPARTIAMO DAL NOVE!
L'articolo nove della Costituzione Italiana proclama: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico della nazione". Parole importanti per capire quale fosse l'orientamento culturale dei Padri Costituenti. Bisognava partire dal territorio, dalle bellezze che ha, e dalla storia e dalla cultura millenaria della nostra nazione per fondare uno stato libero, plurale e più giusto. La tutela del paesaggio era vista come uno strumento necessario per lasciare ai posteri la struggente bellezza che caratterizza la quasi totalità del nostro paese. La cultura doveva essere strumento per amalgamare la società, per renderla coesa in un progetto di stato che si fondava sulla partecipazione e sull'emancipazione di ogni singolo cittadino. La dignità della persona si raggiunge solo attraverso lo studio e la dedizione alla ricerca. La ricerca scientifica, mai separata dal concetto di cultura, onde evitare una pericolosa dicotomia fra arte e tecnica, doveva essere parte integrante di un processo di progresso materiale e spirituale che doveva portare il nostro paese ad essere avanguardia di un domani di prosperità e di pace. A settantanni dalla entrata in vigore della costituzione, era il 1 gennaio del 1948, questa visione è stata tradita. L'Italia è uno del paesi in cui si investe meno in ricerca e innovazione. Il nostro territorio nazionale è fra i più urbanizzati del pianeta. Da quando è entrata in vigore la carta costituzionale sono stati cementificati 23mila chilometri quadrati di territorio. Una cifra enorme che ha causato i dissesti idrogeologici che purtroppo hanno causato lutti e morti in questi anni. La scuola, che in Italia ha avuto valentissimi insegnanti, non è stata supportata da adeguati investimenti statali volta a dare agli alunni efficaci strumenti di apprendimento. Non si investe nelle università e non si finanziano adeguatamente ricerche che potrebbero far vivere meglio ognuno di noi. Insomma l'articolo 9 non è stato mai pienamente realizzato. Le promesse di progresso e di armonia con il suolo e la natura che enunciava sono sono state mantenute da una classe politica corrotta. Ma la colpa è anche di noi cittadini che abbiamo costruito dove non dovevamo. Abbiamo aggredito il territorio in cui viviamo per soffocarlo di cemento e abbiamo applaudito i vari condoni. Bisogna far ripartire l'Italia dall'articolo nove, ripensare il nostro paese in chiave di una crescita sostenibile, esattamente come avevano pensato coloro che scrissero la costituzione. Ripartire si può, si deve, per rendere l'Italia un paese bello, come lo è sempre stata in passato e lo è tuttora malgrado noi italiani.
Testo di Giovanni Falagario

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