martedì 28 luglio 2020

CI LASCIA L'ULTIMA INTERPRETE DI VIA COL VENTO



CIAO MELANIA

Il 26 luglio 2020, a Parigi, è spirata Olivia Mary de Havilland. È stata la Melania dell’intramontabile film “Via col vento” di Victor Fleming. Ma la sua bravura e duttilità artistica l’ha portata ad interpretare le più diverse personalità nell’ambito della filmografia mondiale. Ha per ben due volte vinto il Premio Oscar per la miglior interpretazione femminile. L’attrice è spirata alla veneranda età di 104 anni. Era nata a Tokyo il 1 luglio 1916. Il padre, Goeffrey, era sempre in viaggio noto avvocato prestava le sue competenze anche alla allora nascente industria nipponica. Era esperto in innovazione. Adoperava le sue conoscenze giuridiche per l’aggiudicazione di brevetti hanno segnato la storia della tecnologia industriale. La mamma di Olivia era la famosissima Liliam Auguste Rose, conosciuta ed applaudita nei teatri di Londra con il suo nome d’arte La Fontaine. Olivia aveva una sorella più piccola, Joan, che anch’essa sarà attrice famosissima assumendo il nome della madre, Fontaine, quale appellativo per farsi conoscere nel mondo dello spettacolo. La rivalità fra le due poi diventò proverbiale. Erano sempre in attrito e competizione. Quando Joan le Fontaine vinse l’Oscar per la partecipazione al film di Alfred Hitchcock “Il sospetto” la sua rivale principale era proprio la sorella Olivia Havilland che era nell’agone con il film “La Porta d’oro” di Mitchell Leisell. La Fontaine disse sarcasticamente: io arrivo prima di mia sorella in tutto, sarà così anche nella morte. Le sue parole furono, credo involontariamente, profetiche l’attrice è morta in California il 15 dicembre 2013, dobbiamo dire anch’essa ad una età ragguardevole anche se prima della sorella. Ma la rivalità fra le due consanguinee non si spegne con l’oscar del 1942. In quella occasione vinse il premio Le Fontaine, ma nel tempo la rivalità si accese e in futuro l’alloro della vittoria spetterà a Olivia, che vince l’Oscar per la sua interpretazione nel film “A ciascuno il suo destino” di Mitchell Leisen, siamo nel 1946, e lo rivinse anche nel “L’ereditiera” di Wiliam Lyeder nel 1949, film in cui è affiancata da un giovanissimo Montgomery Clift.

La stella di Olivia de Hallivard si accende perché è ottima interprete teatrale. Le sue piece dedicate alle opere di Sheakspeare riempiono i teatri di Londra e degli Stati Uniti. Fu a cavallo della seconda guerra mondiale, quando il suo nome era già legato al successo indiscusso di “Via col Vento” girato nel 1939, che decise di acquisire la cittadinanza americana. Assieme a Hitchcock, Chaplin, Stan Loren e tanti altri, fu  attrice inglese che ebbe ai suoi piedi la grande macchina cinematografica di Hollywood. “Via col Vento” resterà il film più famoso che ha interpretato. Nonostante abbia vinto gli Oscar, malgrado le sue strepitose commedie “cappa e spada” girate al fianco di Errol Flynn, altro strepitoso attore, che rimarrà per sempre nella storia per la sua interpretazione di Robin Hood, in cui Olivia faceva la parte di Marian, la partner – fidanzata del famoso ladro gentiluomo d’Inghilterra. Ma quello che ha fermato gli orologi della storia e ha reso la de Hallivard indiscussa Star di tutti i tempi è “Via col vento”. Anch’essa, come i suoi compagni d’opera Clarke Gable, Vivian Leigh e tanti altri, pur avendo carriere magnifiche e compiendo molteplici interpretazioni di primordine, saranno legati alla conturbante storia legata alla tenuta agricola di Tara, nel sud degli  Stati Uniti segnati dalla guerra di secessione, siamo intorno agli anni 60 del XIX secolo. Un film strepitoso, che ha segnato la storia della filmatografia mondiale, è stato girato nel 1939. Ancora oggi è oggetto vibrante di discussione, ad esempio per il modo in cui rappresenta la popolazione di colore, per i critici in maniera troppo sottomessa e rinunciataria, pronta a riconoscere una presunta supremazia bianca. Non a caso il movimento di questi giorni “Black Lives Matters”, che lotta per la dignità e l’uguaglianza formale e sostanziale della popolazione statunitense di colore, ha chiesto il bando del film. Chi vi scrive non è d’accordo. Si è vero il film, come qualsiasi opera d’ingegno umano, non è aliena da incrinature ideologiche anche razziste. Ma non bisogna dimenticare che “Via col Vento” è stato il primo film che ha permesso a un’attrice di colore, Hattie McDaniel, nel ruolo strepitoso della nutrice della protagonista Rossella, di vincere l’Oscar. Insomma ogni componimento, anche il romanzo più importante per dirla chiara, ha degli aspetti censurabili, delle incrinature ideologiche che non sono accettabili in una società democratica e plurale. Ciò da una parte non deve esimerci dal criticare, ma allo stesso tempo è bene non censurare ma conoscere con occhio critico. È la mia posizione personale. Gli atti discutibili, gli atteggiamenti razzisti, non devono indurre a cancellare un componimento, ma a saperlo studiare anche con un occhio, concedetemi il termine, politico. Nel senso che bisogna ammirare l’arte, ma anche saper cogliere i proponimenti ideologici che stanno dietro ad essa, e criticarli se è il caso. Mai si deve cancellare un qualcosa, la cui bellezza può accendere l’animo non solo nostro ma anche dei nostri discendenti. Insomma “Via col vento” rimarrà un film che suscita dibattito. Un componimento controverso che è fonte di reazioni contrapposte. Ma rimane anche un agone artistico in cui si sono messi in gioco artisti, attori, di gran calibro, quali anche la Havilland. Per questo motivo non bisogna lasciarlo nel dimenticatoio.

La carriera di Olivia Mary Havilland prosegue anche dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma i suoi film hanno sempre meno risonanza nel mondo dello spettacolo. Rimane comunque attrice indiscussa. La sua notorietà e bravura accende gli animi del pubblico e della critica, ma non ci sono per lei i fasti da prima stella che ha avuto a cavallo della metà del XX secolo. È una donna colta, paziente, che si è distinta per le opere di beneficenza e per l’aver accudito il marito prematuramente ammalato e, poi, morto di cancro. Le sue ultime interpretazioni risalgono agli inizi degli anni ’80, in cui interpretò il catastrofico e spettacolare “Airport”. La sua fama rimarrà per sempre insieme a quella della sorella rivale Liliam, che come abbiamo ricordato scelse il nome d’arte La Fontaine. È bene sottolineare che al momento sono le uniche sorelle ad aver vinto entrambe un premio, in verità per Olivia più di uno, Oscar.  Che dire? Per parafrasare una frase di un suo film famosissimo: Domani è un altro giorno, ma senza di lei sarà certamente un po’ più cupo.

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