ARTICOLO 49 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
“Tutti i cittadini
hanno diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a
determinare la politica nazionale.”
L’articolo 49 della Costituzione Italiana sancisce il
diritto di ogni cittadino a concorrere alla vita democratica del paese. Questo
è il concetto cardine che esprime. Nessuno ha diritto a far tacere l’altro.
Tutti devono aver pari titolo nel decidere dei destini del paese. Come fare
perché questo dettame costituzionale prenda forma? Utilizziamo i partiti,
libere associazioni di cittadini, per fare in modo che tutti partecipino alla
politica nazionale. Il partito diventa tramite fra stato e cittadino. Il partito
è un corpo intermedio attraverso il quale il cittadino fa sentire la propria
voce nelle istituzioni. Ma il partito non è solo una “cinghia di trasmissione”,
come si diceva in passato, fra istituzioni pubbliche e singolo cittadino. Il
Partito è anche luogo di confronto ideale fra le persone. È una palestra ideale
in cui si forma un’idea di stato e un modo di governare la nazione. È lampante
che non vi possa essere una sola visione del mondo e della società. Non vi può
essere un solo partito che governa i destini di un paese. La pluralità di
individualità e di idee, caratteristica di ogni società, deve esplicitarsi
anche nella politica con la presenza di una pluralità di organizzazioni
politiche che si sfidano nell’agone democratico. Quando una visione del mondo e
delle cose vuole prevaricare sulle altre. Quando un partito impone l’abolizione
degli altri partiti. Così sorgono i regimi totalitari. Ce lo ricorda la triste
parabola del partito fascista in Italia nella prima parte del XX secolo. Ce lo
ricorda la storia del partito nazista in Germania, con gli esiti tragici che ha
prodotto la follia totalitaria di Hitler. Ce lo ricorda la parabola di morte
che ha assunto la storia del partito comunista in Russia. Quando un partito e i
suoi leader vogliono eliminare ogni avversario, vogliono imporre la loro idea
con la forza e non con la ragione, allora si genera solo guerra e morte. Questo
i nostri padri costituenti l’avevano ben presente. Scrivevano la Costituzione
all’indomani di una guerra tragica, che il duce, Mussolini, aveva voluto
incurante dei milioni di morti e delle sofferenze che avrebbe procurato
all’intera nazione. Allora è necessario che la democrazia sia preservata. È
necessario impedire che un uomo, una sola organizzazione politica, prenda in
mano le redini del paese. Sia chiaro non si sta dicendo che se un partito
prende il 50% + 1 dei consensi non debba formare e guidare da solo il governo
del paese. Si sta dicendo che governare è cosa diversa dal comandare, o
dall’imporre con la forza il proprio volere. Un partito che avesse la
maggioranza dei consensi deve condurre il paese, ma lo deve fare rispettando i
principi cardine di libertà di parola, di libertà di fare opposizione politica.
Deve garantire che una volta che finirà il suo mandato sia possibile fare nuove
elezioni libere e democratiche. Deve garantire che il paese respiri l’aria di
libertà, che consiste nel diritto di dire ciò che si vuole anche se si è
minoranza. Questi principi cardine dell’ordinamento democratico non devono
essere mai messi in discussione. I partiti devono rendere la vita sociale del
paese migliore garantendo la pluralità e il confronto. Ma cosa si intende per
partiti? Partiti sono le organizzazioni, che ponendosi come fine plurali
finalità sociali, uniscono alcuni cittadini in un progetto comune. L’unico
chiaro limite alla formazione dei partiti è che devono essere democratici, cioè
devono avere una struttura interna che garantisca che vi siano delle assemblee,
dei congressi, degli incontri degli aderenti e degli iscritti per determinare
sia la dirigenza del partito o organizzazione politica e le linee politiche più
importanti. Questo è necessario. Ogni partito deve garantire la partecipazione
interna. Non basta il voto degli elettori per garantire la democrazia, occorrono
regole interne che rendano trasparenti gli atti politici delle organizzazioni.
Lo stato, la repubblica, considera illegali i partiti che non hanno nella
democrazia i suoi cardini fondamentali. L’articolo XII delle disposizioni
Transitorie e finali della Costituzione vieta tassativamente la
riorganizzazione del disciolto partito fascista. È una norma cardine. Partiti
che predicano la violenza, che credono che ci sia una “razza” migliore delle
altre, che ha diritto di comandare e di sterminare gli altri, partiti che
perseguono gli oppositori, non possono avere posto nell’arco costituzionale,
devono essere sciolti. La libertà di formare partiti non deve tracimare nella
possibilità di violare i principi di dignità umana, di pluralità, di rispetto
per il prossimo cardine dello stato repubblicano. I Partititi devono essere
democratici, se no, non sono. Non hanno diritto a cimentarsi alle elezioni, e
non solo, non hanno diritto a partecipare alla vita sociale del paese. Questo
vale anche per i pseudo partiti di sinistra estrema che predicano la violenza e
la prevaricazione. Fa rabbia la dichiarazione del leader politico di destra
Silvio Berlusconi. Davanti alle critiche rivolte a Forza Italia, Lega ed
alleati di essere di estrema destra, il cavaliere ha risposto facendo notare
che l’alternativa allo schieramento di destra, che annovera esponenti del
fascismo, sono i centri sociali che assaltano le camionette della polizia. Fa
rabbia costatare che ha ragione. Che il dibattito politico in queste elezioni
sia monopolizzato dall’estrema destra di lega e Forza Italia e dalla violenza
dell’estrema sinistra. Dove sono i partiti costituzionali? Dov’è il PD? Dov’è
il Movimento Cinque Stelle? Queste organizzazioni devono dare una risposta
forte, ancora solo blaterata. Devono dire che una democrazia in Italia è ancora
possibile! Che il dibattito politico non è relegato ai violenti. Che la
democrazia e il principio di pluralismo scritto nell’articolo 49 è ancora
raggiungibile. Che Berlusconi ha torto nel dire che il confronto politico si fa
fra chi spara ai migranti, come ha fatto un esponente della Lega a Macerata
qualche giorno fa, e chi assalta le camionette delle polizia.
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