INCUBATRICE DI VOCAZIONI
La definizione di scuola che ho scelto quale titolo di
questo piccolo elaborato è di Piero Calamandrei. Il costituzionalista, che
partecipò attivamente a stilare il testo costituzionale che è a fondamento
della Repubblica Italiana, indicava chiaramente nella formazione dei ragazzi lo
strumento cardine per renderli futuri avvocati, dottori, maestri e
professionisti. La definizione detta così appare tautologica, cioè spiega se
stessa. Per diventare persone preparate in ambito lavorativo, bisogna studiare
e per studiare bisogna andare a scuola. Ma non è solo questo che diceva
Calamandrei. Accompagnava alla sua elaborazione un concetto più profondo. Le
vocazioni non sono solo le competenze. Se qualcuno è chiamato a compiere un’attività
certo è indispensabile che sappia farla, che abbia i mezzi tecnici e culturali
per mettere in pratica il suo compito. Ma deve anche essere spinto da una
volontà interna al proprio animo che è frutto di amore e passione perciò che si
fa e si conosce. Eco cos’è una vocazione. È un mandato a fare e a studiare dato
dalla propria stessa natura oppure, per chi crede, da Dio. Non è un caso che
nei testi biblici il concetto di vocazione è accompagnato da quello di carisma.
Il carisma è un dono. Un regalo gratuito che Dio fa ad ogni uomo o donna.
Mentre la vita è un dono uguale per tutti, il carisma è un dono particolare
dato solo a coloro che fanno parte della comunità umana ed è un’offerta diversa
per ogni componente della umanità. Provo a spiegare. Un bambino può avere il
carisma, il dono, che lo porta ad essere attitudinalmente propenso ad
insegnare, un altro può averlo in modo da indirizzarlo alla cura fisica del
prossimo, in tal caso avrà un’attitudine a fare il medico. Ma tale carisma è
una potenzialità. Ognuno di noi è potenzialmente convocato dal proprio destino
a svolgere un compito. Ma il carisma è come un bimbo nato prima dei nove mesi.
Come dice Calamandrei, deve essere messo in incubatrice. La incubatrice del
nostro talento è la scuola. Le istituzioni scolastiche devono far crescere la
vocazione di ogni piccolo e piccola. Allora è chiaro che il carisma deve essere
accompagnato dalla vocazione. La predisposizione fisica e mentale a svolgere un
ruolo sociale, per compiersi, deve associarsi all’impegno etico a svolgere un
compito sociale che porti al bene comune. Ecco la vocazione! È la
consapevolezza che ciò che si vuole essere, ciò che si è, non è solo un
beneficio per se stessi, ma anche e soprattutto per il nostro prossimo e per
gli altri. Faccio degli esempi pratici: si è insegnati per rendere i piccoli ma
anche gli adulti di cui ci si occupa colti e preparati; si è medici per curare
chi soffre nel corpo; si è avvocati per aiutare chi è in ambasce a causa della
legge e così via. Insomma vocazione vuol dire saper utilizzare il proprio
bagaglio professionale per essere di servizio agli altri. Ecco cosa deve
insegnare la scuola. Oltre a dare competenze, deve esplicitare che ogni azione
sociale è un servizio al proprio prossimo. Si ha un mandato, una vocazione, per
far star bene l’altro, e se si è fatto questo è giusto avere un compenso, che
vuol dire serenità e benessere per sé e per la propria famiglia. La scuola deve
insegnare le fondamentali regole di solidarietà e comunanza umana. Ognuno è
vocato, è chiamato a prendersi cura di uno di due o di tante persone. C’è chi è
chiamato a prendersi cura dei piccoli, chi ha seguire le sorti degli anziani,
chi è chiamato ha decidere dei destini di una intera nazione. Ognuno lo deve
fare con coscienza. E per poter attendere a tale mandato deve avere una
preparazione che solo la scuola “incubatrice di vocazioni” può dare.
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