CHIEDI ALLA LUNA!
“È tramontata la Luna e sono tramontate le Pleiadi, e la
notte è al mezzo”. Questo è l’inizio di un celebre componimento poetico della
poetessa di Lesbo, Saffo. La donna è vissuta nel IV secolo Avanti Cristo. Ha
fondato una scuola poetica che è ricordata con il suo nome. Ha ispirato poeti
che nei millenni hanno composto versi secondo i suoi dettami. Si possono
ricordare fra gli altri il poeta latino classico Catullo o il recanatese del XVIII
secolo, Giacomo Leopardi. Saffo è la poetessa donna per le donne. Lei ha
fondato una scuola che doveva portare il sesso femminile a comporre ed
esprimere il proprio pensiero in forma scritta, tutto ciò in un contesto
culturale, quello ellenico classico, fortemente maschilista. È stata una vera
rivoluzione culturale, che ha influenzato altre donne nei secoli, ricordiamo la
fulgida e, allo stesso tempo, triste storia di Ipazia, la filosofa e pensatrice
che nel IV secolo dopo Cristo fu uccisa da fanatici cristiani. Insomma Saffo è
stata l’anima di quella cultura occidentale che ha fatto della libertà e del
diritto ad esprimere il proprio intelletto e i propri sentimenti il fondamento
della loro produzione culturale. Ma alla luce di questo appare interessante
notare come la Luna, l’astro che da sempre accompagna e fa da ancella al nostro
pianeta, sia la principale fonte d’ispirazione di poeti che credono
fondamentalmente nel bisogno di giungere alla libertà come univo strumento di cogliere
il senso profondo della vita. Ma allora perché la Luna ha questa funzione
emancipatrice? Perché gli schiavi infelici di questa terra vedono in lei lo
strumento per sciogliere le proprie catene? La risposta potrebbe essere nel
sentire l’astro lontano. La Luna è estranea a tutto ciò che sulla terra fa
male. La Luna è insensibile ai giochi crudeli del fatto. La Luna è testimone
impassibile delle sofferenze umane, come ricorda “Il pastore errante dell’Asia”
del celeberrimo Grande Idillio di Giacomo Leopardi. Proprio perché lontano ed
estraneo, paradossalmente, rende l’oggetto astrale sacro alla dea Selena l’ideale
confessore e confidente dei dolori e delle passioni umane. Non solo i poeti,
non solo i letterati, non solo i grandi intellettuali, ma anche le persone
comuni, le ignoranti e degradate, come sono io, vedono nella Luna la confidente
fidata a cui raccontare dei propri amori perduti, delle delusioni, delle
speranze e dei momenti propizi. La Luna è l’amica che ogni essere umano anela
ad avere. Paziente, affabile, gentile non rifiuta mai di ascoltare anche se i
nostri lamenti, alle volte, appaiono addirittura stucchevoli. Ecco perché se ci
sentiamo soli, se il dolore della vita è troppo forte è bene “chiedere alla
Luna”. Ma anche se abbiamo gioie intense, amori sbocciati fragorosamente che ci
rendono felici, la Luna è l’amica a cui raccontare i sommovimenti del nostro
animo. Alla Luna ci si confida da soli. E’ il pianto o la perorazione gioiosa dell’uomo
solo che si sfoga con l’astro lontano. Ma alla luna si può anche affidare una
vita in comune, è ad esempio il patto eterno d’amore di due amanti che
consacrano il loro imperituro sentimento alla dea della notte. Insomma la Luna
è la compagna di sempre dell’umanità, a cui raccontare per sempre i nostri
destini e nostri accidenti. Come non
ricordare Federico Fellini. L’ultimo suo film, uno dei più toccanti e
tormentati, si chiamava “La voce della Luna”. Narrava proprio la dialettica che
caratterizza ogni uomo e donna con l’astro che ruota intorno alla Terra. I due
protagonisti del film, interpretati da Roberto Benigni e, dal magnifico e
sublime, Paolo Villaggio, si ponevano in ascolto mistico della Luna, si
rivolgevano ad essa per emanciparsi da un mondo crudele e cinico. Insomma il
cielo è la salvezza davanti al mondo triste e latore di dolore. Imploriamo alla
Luna, nelle notti, il suo apporto sentimentale, è l’unico modo per trovare la
pace dell’anima.
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