RISCOPRIRE L’ARTE
Dopo il lockdown si sta tentando di tornare alla normalità.
Con fatica tutte le attività economiche e commerciali stanno riprendendo la
loro serrande. Anche i depositari di cultura, i luoghi ove si custodiscono l’arte
e la bellezza, stanno riaprendo. Musei, pinacoteche, castelli e manieri si
stanno offrendo agli utenti nella loro, spesso secolare o addirittura millenaria,
bellezza. Gli Uffizi, celebre pinacoteca di Firenze, sta donando la possibilità
agli avventori di assaporare il bello della pittura, lo stesso stanno facendo
gli altri musei, ad esempio il “Museo Egizio” di Torino o la splendida Reggia
di Caserta. Certo è difficile ripartire. Si parla di una perdita, causata dal
perfido Corona Virus, di 34 mila euro al giorno per ogni struttura museale. Una
enormità per attività che normalmente hanno entrate per centinaia di migliaia
di euro all’anno. I musei più piccoli sono certamente i più colpiti, perché
hanno meno entrate non solo legate agli utenti ma anche ai cosiddetti sponsor, rispetto ai centri
museali più grandi. Certamente, lo dicono tutti gli esperti, sono insufficienti
i 50 milioni di euro che il ministro della cultura, Dario Franceschini, ha
stanziato per fronteggiare la crisi. Divisi per i vari poli culturali, presenti
numerosi nel nostro paese, sono realmente una miseria. Le difficoltà a riaprire
producono, per di più, una vera e propria emergenza occupazionale. Sono
moltissimi gli addetti alla cultura che sono in cassa integrazione per l’incipiente
presenza del Corona Virus. Difficile al momento pensare al un loro pronto
reinserimento nelle attività produttive. Non perché la loro competenza non sia
preziosa e da considerare tesoro inestimabile per la comunità nazionale. Ma
perché la situazione emergenziale impone una modulazione delle risorse tale da
non garantire a tutti gli impiegati un pronto reinserimento. Insomma le difficoltà sono tante. C’è il concreto
pericolo che la cultura italiana sia prostrata ulteriormente a causa della
crisi contingente che colpisce il nostro paese. A noi, comuni cittadini, non
rimane che provare a riscoprire la bellezza del nostro paese. Magari provando a
fare richiesta di visitare le nostre strutture museali, anche se ciò
richiederebbe un’attesa lunga e molta pazienza. L’invito è quello di sfamarsi
di cultura. Bisogna assaporare il gusto del piacere. Conoscere e ammirare l’ingegno
degli artisti che hanno reso il nostro paese il giardino di bellezza, che ogni
uomo e donna del pianeta apprezza. Proviamo a ripartire dalla nostra tradizione
culturale, per affrontare al meglio un futuro incerto, ma che può, malgrado
tutto, essere migliore del passato, basta che ci sia lo sforzo di tutti. Allora
riscoprire l’arte, riassapora il senso del bello, apprezzare l’ingegno di Galileo,
Michelangelo, Leonardo e dei tanti artisti e scienziati del passato, deve
essere lo strumento per acquistare consapevolezza dei propri mezzi e fiducia
nel domani in uno sforzo collettivo per la rinascita del paese.
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