martedì 14 luglio 2020

PARLANDO DI COSTITUZIONE



ARTICOLO 49 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”

L’articolo 49 della Costituzione Italiana sancisce il diritto di ogni cittadino a concorrere alla vita democratica del paese. Questo è il concetto cardine che esprime. Nessuno ha diritto a far tacere l’altro. Tutti devono aver pari titolo nel decidere dei destini del paese. Come fare perché questo dettame costituzionale prenda forma? Utilizziamo i partiti, libere associazioni di cittadini, per fare in modo che tutti partecipino alla politica nazionale. Il partito diventa tramite fra stato e cittadino. Il partito è un corpo intermedio attraverso il quale il cittadino fa sentire la propria voce nelle istituzioni. Ma il partito non è solo una “cinghia di trasmissione”, come si diceva in passato, fra istituzioni pubbliche e singolo cittadino. Il Partito è anche luogo di confronto ideale fra le persone. È una palestra ideale in cui si forma un’idea di stato e un modo di governare la nazione. È lampante che non vi possa essere una sola visione del mondo e della società. Non vi può essere un solo partito che governa i destini di un paese. La pluralità di individualità e di idee, caratteristica di ogni società, deve esplicitarsi anche nella politica con la presenza di una pluralità di organizzazioni politiche che si sfidano nell’agone democratico. Quando una visione del mondo e delle cose vuole prevaricare sulle altre. Quando un partito impone l’abolizione degli altri partiti. Così sorgono i regimi totalitari. Ce lo ricorda la triste parabola del partito fascista in Italia nella prima parte del XX secolo. Ce lo ricorda la storia del partito nazista in Germania, con gli esiti tragici che ha prodotto la follia totalitaria di Hitler. Ce lo ricorda la parabola di morte che ha assunto la storia del partito comunista in Russia. Quando un partito e i suoi leader vogliono eliminare ogni avversario, vogliono imporre la loro idea con la forza e non con la ragione, allora si genera solo guerra e morte. Questo i nostri padri costituenti l’avevano ben presente. Scrivevano la Costituzione all’indomani di una guerra tragica, che il duce, Mussolini, aveva voluto incurante dei milioni di morti e delle sofferenze che avrebbe procurato all’intera nazione. Allora è necessario che la democrazia sia preservata. È necessario impedire che un uomo, una sola organizzazione politica, prenda in mano le redini del paese. Sia chiaro non si sta dicendo che se un partito prende il 50% + 1 dei consensi non debba formare e guidare da solo il governo del paese. Si sta dicendo che governare è cosa diversa dal comandare, o dall’imporre con la forza il proprio volere. Un partito che avesse la maggioranza dei consensi deve condurre il paese, ma lo deve fare rispettando i principi cardine di libertà di parola, di libertà di fare opposizione politica. Deve garantire che una volta che finirà il suo mandato sia possibile fare nuove elezioni libere e democratiche. Deve garantire che il paese respiri l’aria di libertà, che consiste nel diritto di dire ciò che si vuole anche se si è minoranza. Questi principi cardine dell’ordinamento democratico non devono essere mai messi in discussione. I partiti devono rendere la vita sociale del paese migliore garantendo la pluralità e il confronto. Ma cosa si intende per partiti? Partiti sono le organizzazioni, che ponendosi come fine plurali finalità sociali, uniscono alcuni cittadini in un progetto comune. L’unico chiaro limite alla formazione dei partiti è che devono essere democratici, cioè devono avere una struttura interna che garantisca che vi siano delle assemblee, dei congressi, degli incontri degli aderenti e degli iscritti per determinare sia la dirigenza del partito o organizzazione politica e le linee politiche più importanti. Questo è necessario. Ogni partito deve garantire la partecipazione interna. Non basta il voto degli elettori per garantire la democrazia, occorrono regole interne che rendano trasparenti gli atti politici delle organizzazioni. Lo stato, la repubblica, considera illegali i partiti che non hanno nella democrazia i suoi cardini fondamentali. L’articolo XII delle disposizioni Transitorie e finali della Costituzione vieta tassativamente la riorganizzazione del disciolto partito fascista. È una norma cardine. Partiti che predicano la violenza, che credono che ci sia una “razza” migliore delle altre, che ha diritto di comandare e di sterminare gli altri, partiti che perseguono gli oppositori, non possono avere posto nell’arco costituzionale, devono essere sciolti. La libertà di formare partiti non deve tracimare nella possibilità di violare i principi di dignità umana, di pluralità, di rispetto per il prossimo cardine dello stato repubblicano. I Partititi devono essere democratici, se no, non sono. Non hanno diritto a cimentarsi alle elezioni, e non solo, non hanno diritto a partecipare alla vita sociale del paese. Questo vale anche per i pseudo partiti di sinistra estrema che predicano la violenza e la prevaricazione. Fa rabbia la dichiarazione del leader politico di destra Silvio Berlusconi. Davanti alle critiche rivolte a Forza Italia, Lega ed alleati di essere di estrema destra, il cavaliere ha risposto facendo notare che l’alternativa allo schieramento di destra, che annovera esponenti del fascismo, sono i centri sociali che assaltano le camionette della polizia. Fa rabbia costatare che ha ragione. Che il dibattito politico in queste elezioni sia monopolizzato dall’estrema destra di lega e Forza Italia e dalla violenza dell’estrema sinistra. Dove sono i partiti costituzionali? Dov’è il PD? Dov’è il Movimento Cinque Stelle? Queste organizzazioni devono dare una risposta forte, ancora solo blaterata. Devono dire che una democrazia in Italia è ancora possibile! Che il dibattito politico non è relegato ai violenti. Che la democrazia e il principio di pluralismo scritto nell’articolo 49 è ancora raggiungibile. Che Berlusconi ha torto nel dire che il confronto politico si fa fra chi spara ai migranti, come ha fatto un esponente della Lega a Macerata qualche giorno fa, e chi assalta le camionette delle polizia.

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