ARTICOLO 50 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
“Tutti i cittadini
possono rivolgere petizioni alle camere per chiedere provvedimenti legislativi
o esporre comuni necessità”.
L’articolo 50 della nostra carta fondamentale introduce una forma di democrazia diretta all’interno del nostro
ordinamento. La comunità dei cittadini possono partecipare alla stesura e al
dibattito di provvedimenti legislativi attraverso petizioni. Questo è un
aspetto importantissimo del nostro ordinamento. Ognuno di noi, anche se non fa
parte delle istituzioni, anche se non è stato eletto, può esporre le proprie
idee che saranno dibattute e votate dalle assemblee dei nostri rappresentanti.
L’istituto della petizione ha origini antichissime. Fin dall’antica Roma un
suddito poteva appellarsi all’imperatore chiedendo grazia o proponendo una
soluzione a problemi dell’impero. Con la nascita delle democrazie moderne, il
governante o il legislatore deve ascoltare le richieste dei cittadini. Il Parlamento
inglese, ad esempio, quotidianamente deve porre orecchio alle interpellanze del
popolo compiute attraverso petizioni. Questo dovere è imposto da una tradizione
plurisecolare che impone a coloro che detengono il potere di porre orecchio al
popolo quale vero signore di fronte a una classe politica che lo deve servire.
Negli Stati Uniti gli appelli al Congresso, la camera dei rappresentati
americana, sono regolati dalla Costituzione e dagli emendamenti a questa, che
raccolgono i diritti dell’uomo e dei cittadini. Insomma la possibilità da parte
del popolo di partecipare alla attività normativa dello stato è una delle
caratteristiche comuni a tutti i governi democratici. Purtroppo le proposte di
legge a iniziativa popolare non sono molto tenute in considerazione nel nostro
parlamento. In realtà non è mai capitato che una legge nascesse da iniziativa
dei cittadini. Tutte le proposte di legge del popolo da quando è nata la
repubblica non sono mai state approvate. Questo malgrado il dovere che ha il
parlamento di dibattere almeno una volta in una commissione competente per
materia la proposta. In questi decenni, ad onor del vero, alcune proposte di
legge popolare sono state inglobate in provvedimenti legislativi di iniziativa
o parlamentare o governativa simili. È un modo per prestare orecchio alla voce
del popolo. Ma non basta. Sarebbe necessario che si facesse di più. Sarebbe
auspicabile ad esempio che i regolamenti delle due camere imponessero che una
proposta di legge o una petizione popolare fosse necessariamente dibattuta in
aula. Questo consentirebbe almeno che la proposta sia discussa pubblicamente.
Questo sarebbe un modo per attuare l’articolo 50, che nei fatti non è mai stato
applicato, pur avendo contenuti ideali e giuridici di grande spessore. Le forme
di democrazia diretta, come è appunto la petizione e l’iniziativa popolare di
provvedimenti di legge, vanno utilizzate. È bene che ogni cittadini partecipi
alla vita delle istituzioni statuali. Solo così potremmo superare quello iato
che divide lo stato da noi comuni esseri umani. La partecipazione è uno
strumento per esercitare la libertà non scardinando le regole di convivenza.
Sapere che si può dire la propria, senza rompere sedie senza fare violenza, è
un modo per diventare cittadini migliori e per rendere la nostra Italia
migliore.
Scritto da Pellecchia Gianfranco
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