mercoledì 8 luglio 2020

UN RICORDO DI CARLO ROSSELLI



IL VENTO DELLE IDEE

Carlo Rosselli nacque a Roma il 16 novembre 1899. La sua figura di intellettuale e filosofo si erge fra le più grandi della storia italiana. Nacque in una famiglia convinta dei valori democratici ed unitari. Molti suoi avi, fra cui uno zio paterno che morì durante la resistenza veneziana agli austriaci, si distinsero per essersi spesi per la causa risorgimentale. Le sue convinzioni ideali sono frutto di un pensiero sincretico che accosta il pensiero marxiano a quello di Mazzini e della liberal democrazia. Da questa sua intuizione parte l’idea che la dialettica insolubile fra proletariato e borghesia non fosse la via giusta per costruire un sistema statuale giusto. Fin dai suoi primi studi scolastici esprime forte scetticismo nella rivoluzione intesa come liberazione delle classi sottomesse. Elabora un pensiero originale in cui vede la democrazia  come fattore principale che conduce al socialismo. Insomma vede nella libertà, nel rispetto e nell’ampliamento delle libertà formali, lo strumento per giungere all’uguaglianza, le libertà sostanziali. Tale pensiero a cavallo fra le due guerre mondiali è al centro del dibattito mondiale. Due esempi opposti si contrappongono. Da una parte la rivoluzione proletaria russa che ha portato nel 1917 a Mosca il potere del Partito Comunista. Dall’altra la Repubblica Tedesca di Waimar che ha intrapreso una strada di conciliazione fra dinamiche sociali e valori liberali. Noi sappiamo, guardando gli eventi storici successivi, gli effetti tragici che hanno portato entrambe le esperienze. Quella tedesca in via indiretta, diventando prodromo dell’avvento in Germania e nel mondo del nazismo. Quella russa invece come primo e unico motore che ha prodotto un sistema dittatoriale e autocratico, sconfitto solo decenni dopo nel 1989. Rosselli aveva intuito le debolezze di entrambi i modelli ideali e di visione dello stato. Propendeva invece per un sano dialogo fra le parti sociali, che superasse i rigidi schemi proposti non solo dal marxismo, ma dalla stessa dialettica hegeliana applicata alla politica e alla società. Bisognava superare l’elementare la logica del confronto dialettico, inteso come contrapposizione e scontro fra tesi e persone contrapposte. Bisogna cercare gli elementi di comunanza ideale per costruire uno stato inclusivo. Questa tesi rosselliana è stata fatta propria, nel 1948, dal disegno costituzionale italiano che nell’articolo 3 della Costituzione designa appunto nel dialogo fra le parti sociali e non nello scontro lo strumento per giungere alla eguaglianza reale fra gli uomini. Insomma Rosselli guarda coscientemente il mondo che gli appare innanzi nella prima metà del XX secolo, lo critica profondamente e guarda innanzi ad un regime sociale diverso, sostanzialmente inclusivo, in cui la borghesia e il proletariato non dovevano farsi la guerra, ma costruire una società il cui la libertà, politica ed economica, doveva conciliarsi con i bisogni di eguaglianza. Carlo Rosselli pagò caramente la sua bramosia di giustizia. Nel 1922, con l’ascesa al potere del fascismo, dovette fuggire in Francia braccato dalle cosiddette squadre d’azione fascista, quelle che rimarranno alla storia come “squadracce”, una delle quali lo inseguì perfino in Francia, ove si rifugiò dopo anni di condanna al confino, e lo uccise nel 1937 a Bolognes de l’Orne . Il suo insegnamento però rimane. Dalle sue idee nacque il movimento azionista, che si distinse nella lotta partigiana e si presentò anche alle elezioni per la Costituente. Il suo pensiero liberal socialista, apparentemente sconfitto dal prominente avvento di altri partiti popolari quali il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano e, soprattutto, la democrazia Cristiana, rimasero motore della speculazione politico filosofica italiana. Non è un caso che uno dei Presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, si sia formato e forgiato in gioventù nei fuochi ideali del pensiero rosselliano. Insomma il concetto di liberal democrazia, il moto etico che ha spinto Rosselli a cercare una conciliazione e una fusione fra le istanze di libertà e quelle di uguaglianza, sono il fondamento reale del nostro sistema democratico, ma non solo di quello italiano, a parere dei più, ma di tutto il pensiero sociale occidentale, contrapposto alle visione comuniste. Non è forse un caso che si possa vedere anche nei movimenti democratici degli anni 60 e 70 del secolo scorso in USA l’influenza del pensiero azionista. Il reverendo Martin Luther King have a dream, e quel sogno era la conciliazione dei conflitti di classe ed etnici in nome di un progetto collettivo superiore che portasse benefici a tutti. Una visione che è propria del pensiero di Carlo Rosselli. Allora studiare il pensiero liberal socialista, studiare l’esperienza storica, seppur fugace e breve, del Partito d’Azione, ricordare il sacrificio delle vittime del fascismo aiuta anche a costruire una prospettiva di società migliore e benefica per tutte le donne e tutti gli uomini. Il vento delle idee soffia ancora e può cambiare i destini dell’umanità.

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