IL VENTO DELLE IDEE
Carlo Rosselli nacque a Roma il 16 novembre 1899. La sua
figura di intellettuale e filosofo si erge fra le più grandi della storia
italiana. Nacque in una famiglia convinta dei valori democratici ed unitari.
Molti suoi avi, fra cui uno zio paterno che morì durante la resistenza veneziana
agli austriaci, si distinsero per essersi spesi per la causa risorgimentale. Le
sue convinzioni ideali sono frutto di un pensiero sincretico che accosta il
pensiero marxiano a quello di Mazzini e della liberal democrazia. Da questa sua
intuizione parte l’idea che la dialettica insolubile fra proletariato e
borghesia non fosse la via giusta per costruire un sistema statuale giusto. Fin
dai suoi primi studi scolastici esprime forte scetticismo nella rivoluzione
intesa come liberazione delle classi sottomesse. Elabora un pensiero originale
in cui vede la democrazia come fattore
principale che conduce al socialismo. Insomma vede nella libertà, nel rispetto
e nell’ampliamento delle libertà formali, lo strumento per giungere all’uguaglianza,
le libertà sostanziali. Tale pensiero a cavallo fra le due guerre mondiali è al
centro del dibattito mondiale. Due esempi opposti si contrappongono. Da una
parte la rivoluzione proletaria russa che ha portato nel 1917 a Mosca il potere
del Partito Comunista. Dall’altra la Repubblica Tedesca di Waimar che ha
intrapreso una strada di conciliazione fra dinamiche sociali e valori liberali.
Noi sappiamo, guardando gli eventi storici successivi, gli effetti tragici che
hanno portato entrambe le esperienze. Quella tedesca in via indiretta,
diventando prodromo dell’avvento in Germania e nel mondo del nazismo. Quella
russa invece come primo e unico motore che ha prodotto un sistema dittatoriale
e autocratico, sconfitto solo decenni dopo nel 1989. Rosselli aveva intuito le
debolezze di entrambi i modelli ideali e di visione dello stato. Propendeva
invece per un sano dialogo fra le parti sociali, che superasse i rigidi schemi
proposti non solo dal marxismo, ma dalla stessa dialettica hegeliana applicata
alla politica e alla società. Bisognava superare l’elementare la logica del
confronto dialettico, inteso come contrapposizione e scontro fra tesi e persone
contrapposte. Bisogna cercare gli elementi di comunanza ideale per costruire
uno stato inclusivo. Questa tesi rosselliana è stata fatta propria, nel 1948,
dal disegno costituzionale italiano che nell’articolo 3 della Costituzione
designa appunto nel dialogo fra le parti sociali e non nello scontro lo
strumento per giungere alla eguaglianza reale fra gli uomini. Insomma Rosselli
guarda coscientemente il mondo che gli appare innanzi nella prima metà del XX
secolo, lo critica profondamente e guarda innanzi ad un regime sociale diverso,
sostanzialmente inclusivo, in cui la borghesia e il proletariato non dovevano
farsi la guerra, ma costruire una società il cui la libertà, politica ed
economica, doveva conciliarsi con i bisogni di eguaglianza. Carlo Rosselli pagò
caramente la sua bramosia di giustizia. Nel 1922, con l’ascesa al potere del
fascismo, dovette fuggire in Francia braccato dalle cosiddette squadre d’azione
fascista, quelle che rimarranno alla storia come “squadracce”, una delle quali lo
inseguì perfino in Francia, ove si rifugiò dopo anni di condanna al confino, e
lo uccise nel 1937 a Bolognes de l’Orne . Il suo insegnamento però rimane.
Dalle sue idee nacque il movimento azionista, che si distinse nella lotta
partigiana e si presentò anche alle elezioni per la Costituente. Il suo
pensiero liberal socialista, apparentemente sconfitto dal prominente avvento di
altri partiti popolari quali il Partito Comunista Italiano, il Partito
Socialista Italiano e, soprattutto, la democrazia Cristiana, rimasero motore
della speculazione politico filosofica italiana. Non è un caso che uno dei
Presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, si sia formato e forgiato in
gioventù nei fuochi ideali del pensiero rosselliano. Insomma il concetto di
liberal democrazia, il moto etico che ha spinto Rosselli a cercare una
conciliazione e una fusione fra le istanze di libertà e quelle di uguaglianza,
sono il fondamento reale del nostro sistema democratico, ma non solo di quello
italiano, a parere dei più, ma di tutto il pensiero sociale occidentale,
contrapposto alle visione comuniste. Non è forse un caso che si possa vedere
anche nei movimenti democratici degli anni 60 e 70 del secolo scorso in USA l’influenza
del pensiero azionista. Il reverendo Martin Luther King have a dream, e quel
sogno era la conciliazione dei conflitti di classe ed etnici in nome di un
progetto collettivo superiore che portasse benefici a tutti. Una visione che è
propria del pensiero di Carlo Rosselli. Allora studiare il pensiero liberal
socialista, studiare l’esperienza storica, seppur fugace e breve, del Partito d’Azione,
ricordare il sacrificio delle vittime del fascismo aiuta anche a costruire una
prospettiva di società migliore e benefica per tutte le donne e tutti gli
uomini. Il vento delle idee soffia ancora e può cambiare i destini dell’umanità.
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