ARTICOLO 47 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
“La Repubblica
incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e
controlla l’esercizio del credito.
Favorisce l’accesso
del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta
coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi
complessi produttivi del Paese”
Quando è stata scritta la nostra Costituzione l’Italia era
appena uscita dalla tremenda tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Il paese
era distrutto. Le infrastrutture erano quasi inesistenti. Non c’erano strade. I
mezzi di trasporto erano insufficienti ai bisogni del paese. Le grandi e
piccole fabbriche stentavano a riprendere le loro attività produttive. Le
infrastrutture industriali erano in parte distrutte, bombardate dagli aerei
americani oppure saccheggiate dall’esercito nazista invasore. Solo alcune
fabbriche del nord erano state salvate dalla valorosa difesa dei lavoratori,
che avevano così contribuito alla lotta partigiana contro la barbarie
nazifascista. Le industrie di Torino, Milano e Genova erano state gli scenari
di atti d’eroismo e di scioperi contro l’occupazione straniera. Molti operai
saranno insigniti della medaglia d’oro alla resistenza. L’articolo 47 vuole
essere di stimolo alla rinascita della economia del paese. I padri costituenti
intuirono che nel piccolo accumulo di ricchezze è la chiave del benessere delle
nazioni. Bisognava che tutti i cittadini potessero accedere al risparmio.
Bisognava che tutti avessero la possibilità di accumulare ricchezze per poter
costruire una vita il più possibile serena. Il denaro doveva servire a vincere
la fame, l’inedia, che attanagliava il paese. Alla luce di questo è compito
della Repubblica garantire a tutti l’accesso al credito. Ovviamente non dando
soldi a pioggia, come nel paese di Bengodi. Ma operando affinché in tutta la
penisola vi sia un sistema bancario uniforme che abbia come finalità principale
quella di finanziare i progetti dei cittadini più operosi. Il sistema bancario
dovrebbe essere strumento di interscambio fra risparmio e investimento. Chi
vuole depositare in banca il frutto del
suo lavoro deve sentirsi certo che i propri soldi siano ben custoditi. Chi
vuole comprare una propria casa, non avendo i mezzi economici sufficienti, può
chiedere in banca un mutuo agevolato, perché la Costituzione sancisce il
diritto alla casa e promuove normative atte ad agevolarne l’acquisto attraverso
il credito bancario. L’imprenditore che ha un progetto industriale valido deve
chiedere finanziamenti agli istituti di credito. La banca deve concederglieli,
perché la sua finalità è quella di far crescere l’economia reale del paese,
creare in tal modo nuovi posti di lavoro e favorire il benessere generale. Insomma
il sistema bancario deve essere strumento per adempiere il dettato
costituzionale ricordato nell’articolo 41 della nostra carta fondamentale, che
consiste nel favorire la libera iniziativa economica del singolo e di più
persone associate. Bisogna notare che il diritto alla abitazione è sancito non
solo dal nostro ordinamento costituzionale, ma anche dall’articolo 25 della
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Insomma il consesso delle
nazioni, assiso al palazzo dell’ONU, ha riconosciuto come l’accesso al credito
per acquisire l’abitazione è da considerarsi un diritto universale
dell’umanità. Questo ci fa inorgoglire. La Costituzione italiana è stata
scritta prima della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Sapere che
i nostri padri costituenti sono stati precursori di un concetto in seguito riconosciuto
come valore universale ci deve far meditare sul valore giuridico e morale della
Costituzione. Importantissimo è il ruolo della Banca d’Italia questa ha il compito
di vegliare affinché il credito e la circolazione interbancaria sia fatta con
la massima trasparenza e secondo politiche economiche atte a prevenire dissesti
finanziari. Quest’opera di controllo è coadiuvata dal Comitato
interministeriale per il Credito e il Risparmio. Il ruolo della Banca d’Italia
è stato ridimensionato con la nascita del sistema bancario unificato europeo e
la fondazione della Banca Europea (BCE) e la nascita della moneta continentale
(EURO). Dal 2001 la stampa e il controllo della circolazione del denaro è
affidato alla BCE, le banche delle nazioni che aderiscono alla moneta unica
europea hanno un ruolo di minore importanza. Ciò non toglie che il controllo da
parte della Banca d’Italia sullo stato del sistema bancario italiano è indispensabile.
Le crisi Bancarie che hanno segnato il paese in questi anni ci devono essere da
monito. La cosiddetta Banca del Nord, la banca che doveva finanziare il partito
“Lega Nord” e il suo progetto di costruzione dello stato Padano, ha portato
gravi perdite ai risparmiatori e grandi nocumenti allo stato italiano, che ha
dovuto coprire gli ammanchi. Uguale episodio è successo in Veneto, in cui
banche legate alla Lega e a Forza Italia, partiti politici di destra, hanno
distratto ingenti quantità di denaro per favorire imprenditori vicini ai capi
politici dello schieramento di destra. In Toscana è successo che una banca, il
Monte dei Paschi, sia quasi fallita per le sue commistioni con la sinistra, con
il Partito Democratico e la sua dirigenza locale. Uguale sorte ha avuto “banca
Etruria”, un altro istituto bancario toscano, nel cui consiglio di
amministrazione faceva parte il padre del ministro Maria Elena Boschi,
esponente di spicco del PD. È da notare che mentre la destra aumenta consensi
quando si scoprono le sue connivenze con la finanza, alle prossime elezioni
risulterà maggioranza nel paese, la sinistra perde voti. Il perché è facilmente
intuibile. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno una politica semplice.
Chiedono, senza infingimenti, voti per agevolare chi sa maneggiare il denaro.
Le politiche finanziarie dei governi di destra hanno sempre fatto la felicità
di chi aveva soldi all’estero e fondi neri, questa coerenza è stata sempre
premiata dagli elettori. La sinistra ha avuto un ruolo ambiguo. A parole ha
sempre voluto difendere il microcredito e i risparmiatori, quelli che guadagnano
con loro lavoro, e ha sempre voluto combattere l’evasione fiscale. Ma la sua
politica non è apparsa vincente sempre. Per questo motivo l’elettorato
preferisce la Lega e Forza Italia che hanno difeso sempre coerentemente il
patrimonio degli speculatori. La Costituzione invece, come dice l’articolo 47,
vorrebbe che il denaro non fosse fine a se stesso. Vorrebbe che il denaro
servisse a favorire l’acquisto di case per i senza tetto, pensiamo ai terremotati che vivono in abitazioni precarie
in molte zone d’Italia. Vorrebbe favorire l’agricoltura con forme
d’investimento e con il credito agricolo. Vorrebbe che i soldi non servano per
investire in Tanzania, mi riferisco all’investimento che ha fatto la Lega Nord
con i soldi che lo stato ha erogato al partito, ma a finanziare le piccole e
grandi aziende italiane, come fa il Movimento Cinque Stelle con l’apertura di
un fondo per il microcredito. Utilizzare i soldi pubblici e delle banche è
possibile. Basta adempiere i dettami costituzionali. Basta utilizzare con efficacia
il cosiddetto prestito d’onore. Prestiti a tassi molto agevolati se non
addirittura a tasso zero, che servono a finanziare studenti che non hanno i
soldi necessari per pagarsi gli studi, famiglie bisognose, associazioni di
volontariato e attività di impegno sociale. Il credito e il risparmio devono
finanziare la parte migliore del paese. Non si cresce solo accumulando danaro,
si cresce culturalmente e umanamente attraverso la solidarietà fra cittadini.
Le banche devono saper conciliare il bisogno di non mettere in pericolo gli
equilibri finanziari nazionali e la necessità di fornire microcredito. Senza
dubbio è meno pericoloso per la nostra nazione che si presti soldi al
volontariato, invece di agevolare gli oscuri e birbanti disegni di accumulo finanziario
orditi da loschi figuri vicini alla politica e alla finanza. Ancora una volta
la costituzione mostra la via corretta da perseguire, l’articolo 47 invita
all’uso sociale del denaro bancario, invece la politica si mostra riottosa ad
assolvere il ruolo solidale a cui è chiamata.
Scritto da Pellecchia Gianfranco
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