sabato 18 luglio 2020

PARLANDO DI COSTITUZIONE



ARTICOLO 50 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

“Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”.

L’articolo 50  introduce una forma di democrazia diretta all’interno del nostro ordinamento. La comunità dei cittadini possono partecipare alla stesura e al dibattito di provvedimenti legislativi attraverso petizioni. Questo è un aspetto importantissimo del nostro ordinamento. Ognuno di noi, anche se non fa parte delle istituzioni, anche se non è stato eletto, può esporre le proprie idee che saranno dibattute e votate dalle assemblee dei nostri rappresentanti. L’istituto della petizione ha origini antichissime. Fin dall’antica Roma un suddito poteva appellarsi all’imperatore chiedendo grazia o proponendo una soluzione a problemi dell’impero. Con la nascita delle democrazie moderne, il governante o il legislatore deve ascoltare le richieste dei cittadini. Il Parlamento inglese, ad esempio, quotidianamente deve porre orecchio alle interpellanze del popolo compiute attraverso petizioni. Questo dovere è imposto da una tradizione plurisecolare che impone a coloro che detengono il potere di porre orecchio al popolo quale vero signore di fronte a una classe politica che lo deve servire. Negli Stati Uniti gli appelli al Congresso, la camera dei rappresentati americana, sono regolati dalla Costituzione e dagli emendamenti a questa, che raccolgono i diritti dell’uomo e dei cittadini. Insomma la possibilità da parte del popolo di partecipare alla attività normativa dello stato è una delle caratteristiche comuni a tutti i governi democratici. Purtroppo le proposte di legge a iniziativa popolare non sono molto tenute in considerazione nel nostro parlamento. In realtà non è mai capitato che una legge nascesse da iniziativa dei cittadini. Tutte le proposte di legge del popolo da quando è nata la repubblica non sono mai state approvate. Questo malgrado il dovere che ha il parlamento di dibattere almeno una volta in una commissione competente per materia la proposta. In questi decenni, ad onor del vero, alcune proposte di legge popolare sono state inglobate in provvedimenti legislativi di iniziativa o parlamentare o governativa simili. È un modo per prestare orecchio alla voce del popolo. Ma non basta. Sarebbe necessario che si facesse di più. Sarebbe auspicabile ad esempio che i regolamenti delle due camere imponessero che una proposta di legge o una petizione popolare fosse necessariamente dibattuta in aula. Questo consentirebbe almeno che la proposta sia discussa pubblicamente. Questo sarebbe un modo per attuare l’articolo 50, che nei fatti non è mai stato applicato, pur avendo contenuti ideali e giuridici di grande spessore. Le forme di democrazia diretta, come è appunto la petizione e l’iniziativa popolare di provvedimenti di legge, vanno utilizzate. È bene che ogni cittadini partecipi alla vita delle istituzioni statuali. Solo così potremmo superare quello iato che divide lo stato da noi comuni esseri umani. La partecipazione è uno strumento per esercitare la libertà non scardinando le regole di convivenza. Sapere che si può dire la propria, senza rompere sedie senza fare violenza, è un modo per diventare cittadini migliori e per rendere la nostra Italia migliore.
Scritto da Pellecchia Gianfranco

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