domenica 5 luglio 2020

QUATTRO ANNI FA CI LASCIAVA BUD SPENCER



IL GRANDE BUD

Chi sta scrivendo queste due parole ricorda che il suo primo film visto al cinema, nella grande sala, era “Io sto con gli ippopotami”. Era il 1979, e mia nonna mi aveva accompagnato a vedere quello che nella mente bambina consideravo un eroe. E Mario Pedersoli, il nome vero dell’attore Bud Spencer, incarnava veramente colui che consideravo magicamente forte. Con i suoi pugni, le sue scazzottate sgominava ogni cattivo. Il 27 giugno 2016 Bud se ne è andato in cielo. Ci ha lasciati, è volato via. La sua vita era iniziata come nuotatore. Bud era nato, chiamandosi Mario, a Napoli nel 1929. Era una persona in gamba. Si sapeva districare brillantemente in qualsiasi materia. Era un ottimo studente. Ma il nuoto lo vinse. Divenne brillante e famoso nuotatore, nel 1950 ottenne il record italiano nel cento metri stile libero, un primato che detenne per un anno. Partecipò a campionati mondiali e olimpiadi. La sua brillante attività di atleta lo portò a Roma, ove risiede fin da giovane. È in questo contesto culturale e mondano, che conosce il mondo del cinema. È atletico, è bello è alto per questo lo chiamano a fare l’attore. È comparsa perfino nel film holliwoodiano “Quo vadis”. Ma Bud è nuotatore, come ogni nuotatore è abituato a spendere molte energie fisiche che vanno compensate da una robusta e ricca dieta. Finito di nuotare prende chili. Questo non gli ostruisce la strada del cinema, anzi la sua possanza gli permette di dare forma a un personaggio che sarà uguale in tutti gli altri films che farà. Sarà per sempre “Bambino” il fratello di Terence Hill nel film “Trinità”, che consacrerà i due come la coppia per antonomasia della filmografia italiana e, soprattutto, degli Spaghetti western. La sua grossezza, chiamiamola pure così, sarà la sua fortuna. Sarà il gigante buono che sconfigge ogni male e affiancherà il mingherlino e furbacchione Terence Hill. Per me è stato un punto di riferimento insostituibile. Le storie, tradotte in immagini, che interpretava hanno segnato la mia vita. Io, disabile, crescevo nelle difficoltà di vivere in una città meridionale, fatta di povertà e di pregiudizio, nella speranza che ci fosse un gigante buono che salva i bimbi speciali in difficoltà come Bud faceva nel film “uno sceriffo poco extra e molto terrestre. La verità è spesso diversa dai sogni. L’eroe non è mai venuto, in quella forma ma in altre. Ma sapere che Bud esiste, sapere che si può raccontare il bene, mettendo in ordine un mondo imperfetto e cattivo, mi ha dato la voglia di vivere, nonostante tutto. Chiariamo non sto dicendo che la filmografia di Bud Spencer sia ricca di contenuti etici profondi, i suoi film erano di intrattenimento puro, ma avevano un messaggio “sano” nel senso che raccontavano che ci poteva essere un mondo ordinato in cui tutti, dagli ubriaconi del west ai malati terminali, potevano avere un ruolo dignitoso e che ne avevano diritto. Magari, anzi certamente, non è vero che le scazzottate producono bontà, ma per uno che si trova tante porte sbarrate, sognare di avere un mondo diverso grazie al gigante buono Bud, faceva e fa bene. Bud Spencer è morto il 27 giugno 2016. Lascia la sua famiglia e i suoi figli. Ma lascia anche tanti spettatori che hanno bisogno di lui per guardare oltre la siepe che spesso è la vita di tutti i giorni.

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