IL GRANDE BUD
Chi sta scrivendo queste due parole ricorda che il suo primo
film visto al cinema, nella grande sala, era “Io sto con gli ippopotami”. Era
il 1979, e mia nonna mi aveva accompagnato a vedere quello che nella mente
bambina consideravo un eroe. E Mario Pedersoli, il nome vero dell’attore Bud
Spencer, incarnava veramente colui che consideravo magicamente forte. Con i
suoi pugni, le sue scazzottate sgominava ogni cattivo. Il 27 giugno 2016 Bud se
ne è andato in cielo. Ci ha lasciati, è volato via. La sua vita era iniziata
come nuotatore. Bud era nato, chiamandosi Mario, a Napoli nel 1929. Era una
persona in gamba. Si sapeva districare brillantemente in qualsiasi materia. Era
un ottimo studente. Ma il nuoto lo vinse. Divenne brillante e famoso nuotatore,
nel 1950 ottenne il record italiano nel cento metri stile libero, un primato
che detenne per un anno. Partecipò a campionati mondiali e olimpiadi. La sua
brillante attività di atleta lo portò a Roma, ove risiede fin da giovane. È in
questo contesto culturale e mondano, che conosce il mondo del cinema. È atletico,
è bello è alto per questo lo chiamano a fare l’attore. È comparsa perfino nel
film holliwoodiano “Quo vadis”. Ma Bud è nuotatore, come ogni nuotatore è
abituato a spendere molte energie fisiche che vanno compensate da una robusta e
ricca dieta. Finito di nuotare prende chili. Questo non gli ostruisce la strada
del cinema, anzi la sua possanza gli permette di dare forma a un personaggio
che sarà uguale in tutti gli altri films che farà. Sarà per sempre “Bambino” il
fratello di Terence Hill nel film “Trinità”, che consacrerà i due come la
coppia per antonomasia della filmografia italiana e, soprattutto, degli
Spaghetti western. La sua grossezza, chiamiamola pure così, sarà la sua
fortuna. Sarà il gigante buono che sconfigge ogni male e affiancherà il
mingherlino e furbacchione Terence Hill. Per me è stato un punto di riferimento
insostituibile. Le storie, tradotte in immagini, che interpretava hanno segnato
la mia vita. Io, disabile, crescevo nelle difficoltà di vivere in una città
meridionale, fatta di povertà e di pregiudizio, nella speranza che ci fosse un
gigante buono che salva i bimbi speciali in difficoltà come Bud faceva nel film
“uno sceriffo poco extra e molto terrestre. La verità è spesso diversa dai
sogni. L’eroe non è mai venuto, in quella forma ma in altre. Ma sapere che Bud
esiste, sapere che si può raccontare il bene, mettendo in ordine un mondo
imperfetto e cattivo, mi ha dato la voglia di vivere, nonostante tutto.
Chiariamo non sto dicendo che la filmografia di Bud Spencer sia ricca di
contenuti etici profondi, i suoi film erano di intrattenimento puro, ma avevano
un messaggio “sano” nel senso che raccontavano che ci poteva essere un mondo
ordinato in cui tutti, dagli ubriaconi del west ai malati terminali, potevano
avere un ruolo dignitoso e che ne avevano diritto. Magari, anzi certamente, non
è vero che le scazzottate producono bontà, ma per uno che si trova tante porte
sbarrate, sognare di avere un mondo diverso grazie al gigante buono Bud, faceva
e fa bene. Bud Spencer è morto il 27 giugno 2016. Lascia la sua famiglia e i
suoi figli. Ma lascia anche tanti spettatori che hanno bisogno di lui per
guardare oltre la siepe che spesso è la vita di tutti i giorni.
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