lunedì 6 luglio 2020

MORRICONE, PERDERSI NELLA SUA MUSICA



SUSCITARE EMOZIONI

La musica è un vasto mondo. È un universo anche difficilmente conoscibile per un ignorante come me che è a digiuno dei più elementari strumenti di conoscenza dell’arte musicale. Ma il suono che la musica produce è qualcosa che rimanda ai più profondi bisogni dell’uomo. La musica suscita emozioni e sentimenti. La musica è l’apogeo dell’amore. La musica è il racconto di un rapporto di cuore fra due persone. La musica è perdersi nel sogno. Ecco perché la scomparsa di un musicista quale Ennio Morricone suscita un vasto arcipelago di pensieri. La perdita di un compositore, come è avvenuto ieri 06/07/2020, è come se ci rescindesse la possibilità di esplicitare il moto della nostra anima. La musica è l’esplicitazione dei nostri stati d’animo, è il legame che ci rende tutti diversi ma e,allo stesso tempo, parte di un qualcosa che è più grande e più bello. Sapere  che uno stesso brano musicale suscita le stesse emozioni a noi come ai nostri cari è qualcosa che ci rende uniti, partecipi di un sogno, che non è illusione di un singolo, ma un progetto sentimentale di due anime legate da un affetto profondo, nel caso di un innamoramento, o da più persone legate da un progetto di vita comune, nel caso la musica richiami a qualche cosa che è fonte di comunanza in una comunità di gente. La musica di Morricone è una contaminazione fra visivo e uditivo. Il suo essere compositore di colonne sonore di film lo rende partecipe di un progetto ampio, frutto dello sforzo di diverse intelligenze, di regalare emozioni stimolando tutti i sensi dell’umano, finanche il tatto attraverso il congiungersi con le mani a chi ci sta accanto davanti alla proiezione di un’opera cinematografica. Allora non possiamo che dire grazie a chi stimolando i nostri sensi, e in particolare l’udito, ci ha regalato emozioni e ci ha insegnato a riconoscerle e, in fondo, anche a misurarle. Perché la musica è anche questo: la capacità di pensare al valore e alla misura dei nostri sentimenti che riescono attraverso il pentagramma ad essere quasi numerabili e quindi conoscibili all’intelletto. La musica suscita emozioni forti, dalla paura alla passione, ma insegna anche a riorganizzarle in un quadro di interpretazione intellettiva. La paura che suscita lo scandire del tempo al suon di musica, penso gli attimi dei duelli con le pistole nei films di Sergio Leone, viene razionalizzata dalla consapevolezza che l’arte musicale è frutto dello sforzo si artista e anche di artigiano di Morricone. Ecco perché il lavoro di Morricone deve farci pensare alla grandezza dell’intelletto umano, capace di rendere la materia informe che è il mondo e le tensioni connaturate ad ogni essere vivente, in qualcosa di matematicamente ordinato, di raziona, di bello. Suscitare emozioni è un’operazione che abbisogna di grande capacità intellettiva. Ennio Morricone l’aveva, la sua dipartita è la certezza che non avremo nuove note che racconteranno e razionalizzeranno le nostre passini. Ma siamo certi che ciò che ha già scritto è fonte non solo di conforto per la nostra anima, ma anche strumento per riordinare la nostra esistenza interna, sentimentale, per il nostro animo.

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