ARTICOLO 105
“Spettano al Consiglio
superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le
assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti
disciplinari nei riguardi dei magistrati.”
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
L’articolo 105 della Costituzione esplicita le funzioni del
Consiglio superiore della magistratura (CSM) quale organo di autogoverno del
potere giudiziario. In forza della legge, che regolamenta l’ordinamento
giudiziario, il CSM regola e programma le condizioni d’accesso all’alto
incarico di magistrato. Indice e bandisce concorsi per accedere alla
magistratura. Tenendo conto delle esigenze delle varie procure, delle richieste
del ministro di Grazia e Giustizia, delle istanze provenienti dai sindacati
della magistratura indice il bando pubblico che apre la strada ai concorsi di
stato. Questi poi saranno gestiti e coordinati dal governo, attraverso l’attenta
guida del guardasigilli. Decide le nomine, decide quali tribunali dovranno occupare
i vincitori del concorso, dopo aver superato i due anni di tirocinio necessario
per poter acquisire le conoscenze necessarie e le competenze atte a svolgere il
ruolo di magistrato. Decide a quale tribunale assegnare un magistrato. Decide
dei trasferimenti e dei provvedimenti disciplinari. Questi importantissimi
compiti devono essere modulati dai principi che garantiscono e tutelano l’indipendenza
e la professionalità del singolo magistrato. In magistratura non vi è un
criterio gerarchico. Il giudice non dipende da nessuno nell’espletamento del
suo dovere di esercitare la giustizia. È libero di emanare sentenze, se è un
giudice ordinario, di predisporre e condurre inchieste se è un Pubblico Ministero.
L’autonomia del singolo magistrato è un valore che ha come finalità quello di
tutelare il cittadino che ha la certezza che il pubblico ufficiale che ha di
fronte è sottoposto solo e unicamente alla legge e in base ad essa pronuncerà
il verdetto. Ciò detto il CSM vaglia l’operato del singolo magistrato se il
Ministro di Grazia e Giustizia presenza un’istanza contro di lui. Se il
magistrato si comporta in modo da ledere l’onorabilità dell’ordinamento di cui
fa parte, può essere trasferito d’ufficio, in barba al principio di inamovibilità,
e subire sospensioni e provvedimenti disciplinari. Il magistrato è soggetto
alla legge. Se compie illeciti penali o civili deve essere perseguito dalla
procura competente, solitamente la limitrofa a quella in cui opera. È comunque
soggetto a provvedimenti di carattere amministrativo che censurano il suo
comportamento non idoneo alla toga che indossa, anche se tale comportamento con
prevede profili di illeciti penali e civili. A compiere questa censura è il
Consiglio Superiore della Magistratura. Il CSM non ha solo il ruolo di punire.
Ha quello di premiare. Decide gli avanzamenti di carriera. Decide chi porre a
capo di procure, decide il magistrato che ha il compito di coordinare l’azione
di altri giudici. Decide chi sarà il procuratore generale dei tribunali. Decide
se far trasferire un magistrato alla corte d’appello o alla cassazione. Come
ben si può vedere sono compiti importantissimi. Possono decidere e formare il
corpo di persone che compone tutto l’ordine togato. Bisogna che questo alto
ufficio sia compiuto da persone che abbiano un forte senso dello stato.
Ricordiamo che l’articolo 104 della Costituzione impone che i suoi componenti
siano altamente qualificati ed esperiti del diritto. Due terzi dei suoi
componenti sono magistrati, eletti da tutte le procure d’Italia con metodo
proporzionale e in base a liste. Un terzo dei componenti è eletto dal
Parlamento in seduta comune. I prescelti dal potere legislativo devono essere docenti
universitari di diritto, titolari di cattedra, oppure avvocati con almeno quindici
anni di iscrizione all’albo. L’alta professionalità, il senso di rigore e l’ossequio
profondo verso la Costituzione e le leggi dello stato dovrebbero essere
garanzia per il loro operato. Ricordiamo che il CSM è formalmente presieduto
dal Presidente della Repubblica, il primo cittadino dello stato ne garantisce l’operato
e ha il dovere morale di censurare un eventuale comportamento non consono agli
alti principi dello stato. Ha presiedere nella quotidianità i lavori del
Consiglio Superiore della Magistratura è il vicepresidente, che sostituisce
nelle sue funzioni il capo dello stato. Tale figura è eletta dal plenum del CSM
fra i suoi membri designati dal Parlamento. Tale figura è necessaria, perché il
Presidente della Repubblica è organo superpartes, non può operare in concreto
nelle dinamiche che avvengono all’interno di un potere dello stato, come ad
esempio la magistratura. A dirimere e a gestire il CSM è quindi il
vicepresidente, attuando con rigore sia le leggi dello stato che istituiscono
tale organo, sia i regolamenti dello stesso.
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