ARTICOLO 99
“Il Consiglio
nazionale della economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla
legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che
tenga conto della loro importanza numerica e qualificativa.
È organo di
consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che
gli sono attribuite dalla legge.
Ha l’iniziativa
legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e
sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”.
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
Il Consiglio Nazionale della Economia (CNL) è un
organo ausiliare dello stato. Con tale termine si definiscono le istituzioni
che hanno un ruolo di supporto, di controllo, di consiglio e di consulenza
tecnica verso altre istituzioni dello stato. Non svolgono una funzione di
amministrazione attiva. La sezione III, titolo III, della seconda parte della
Costituzione, di cui l’articolo 99 fa parte, ne elenca altri: il Consiglio di
Stato e la Corte dei Conti, istituti che sono citati nell’articolo 100 della
nostra legge fondamentale. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro
prende vita con la legge del 5 gennaio 1953, numero 33. Norma che attua l’articolo
99. Quest’organo, pensato come necessario dai padri costituenti, serve per
coinvolgere nell’apparato dello stato i rappresentanti di tutte le categorie
produttive. Si voleva creare un proficuo raccordo fra le istituzioni pubbliche
e i membri della società civile. È un modo per rendere realmente la nostra
Repubblica uno stato sociale. Intendendo con questa definizione un’entità
statuale che vede all’interno dei propri meccanismi politici e burocratici la
sinergica partecipazione della società civile. È d’obbligo notare che fanno
parte di questa assemblea esponenti del mondo del lavoro salariato, sindacati,
industriali, commercianti. Sono nominati per decreto del presidente della
Repubblica. La loro nomina è indicata e voluta dal governo ed è sottoscritta ed
avallata dal Presidente della Repubblica. La composizione del CNL è stabilita,
oggi, dalla legge n214 del 2011, ultimo di una serie di atti normativi che
hanno modificato la composizione dell’organo di consulenza economica nell’arco
della vita repubblicana. Fanno parte del Consiglio nazionale della Economia
dieci esperti in materia economica, sostanzialmente professori universitari
docenti di economia, quarantotto rappresentanti delle categorie produttive e
sei rappresentanti del cosiddetto “terzo settore”, cioè il volontariato. Fra i
rappresentanti delle categorie produttive devono essere presenti sia
imprenditori, capitani d’industria, commercianti e rappresentanti del mondo impiegatizio.
Il Presidente del CNL è nominato con decreto del presidente della Repubblica su
proposta del Consiglio dei Ministri. I membri del consiglio, invece, eleggono due vicepresidenti. Il compito del
CNL è di iniziativa legislativa. Può proporre disegni di legge in materia economico
lavoristica. Così contribuendo fattivamente allo sviluppo dell’indirizzo di
politica economico sociale dello stato. È un modo per confrontarsi direttamente
con il Parlamento che sarà chiamato ad approvare, e quindi a far diventare
legge, la proposta del CNL. L’Istituto ha una funzione consultiva. Sia il
Parlamento che il Governo possono chiedere il suo parere e se la legge lo
impone devono farlo in materie di carattere economico industriale. Il Consiglio
ha una rilevante funzione di tipo informativo e conoscitivo. Esamina il
documento di Economia e Finanza elaborato ogni anno dal Governo, prima che
questi lo presenti alle Camere. Esprime la propria opinione su contratti nazionali
stipulati o rinnovati dalle parti sociali davanti al governo. Esprime le
proprie valutazione ed elabora un’analisi sullo stato dell’economia del Paese.
Insomma elabora e pubblica valutazioni di carattere economico che rimangono
prezioso supporto tecnico sia per il governo che per le camere. È d’obbligo
ricordare che la riforma costituzionale del 2016, a firma del ministro Maria
Elena Boschi, intendeva abrogare completamente l’articolo 99. La riforma voluta
dal Partito Democratico intendeva eliminare questo prezioso organo di supporto
al lavoro governativo. Gli Italiani hanno detto no. Hanno preferito lasciare
questo organo di congiunzione fra stato e società. Questi sessanta uomini e
donne sono un prezioso raccordo fra stato e cittadini. Troppo spesso la
retorica ha considerato il CNL un mero costo. Il Movimento Cinque Stelle e la
Lega, i veri vincitori delle ultime elezioni, invece si sono battute
convintamente per mantenere intatto il CNL e le Province, che la Boschi e Renzi
volevano abolire. Auspichiamo un governo a guida Lega, Forza Italia e M5s, che
potenzi e di il giusto lustro al CNL e a tutte quelle altre istituzioni che
Renzi e i suoi volevano abbattere.
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