sabato 14 aprile 2018

VIAGGIO NELLA COSTITUZIONE: ARTICOLO 99


ARTICOLO 99

“Il Consiglio nazionale della economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualificativa.

È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge.

Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”.

Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.

Il Consiglio Nazionale della Economia (CNL) è un organo ausiliare dello stato. Con tale termine si definiscono le istituzioni che hanno un ruolo di supporto, di controllo, di consiglio e di consulenza tecnica verso altre istituzioni dello stato. Non svolgono una funzione di amministrazione attiva. La sezione III, titolo III, della seconda parte della Costituzione, di cui l’articolo 99 fa parte, ne elenca altri: il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, istituti che sono citati nell’articolo 100 della nostra legge fondamentale. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro prende vita con la legge del 5 gennaio 1953, numero 33. Norma che attua l’articolo 99. Quest’organo, pensato come necessario dai padri costituenti, serve per coinvolgere nell’apparato dello stato i rappresentanti di tutte le categorie produttive. Si voleva creare un proficuo raccordo fra le istituzioni pubbliche e i membri della società civile. È un modo per rendere realmente la nostra Repubblica uno stato sociale. Intendendo con questa definizione un’entità statuale che vede all’interno dei propri meccanismi politici e burocratici la sinergica partecipazione della società civile. È d’obbligo notare che fanno parte di questa assemblea esponenti del mondo del lavoro salariato, sindacati, industriali, commercianti. Sono nominati per decreto del presidente della Repubblica. La loro nomina è indicata e voluta dal governo ed è sottoscritta ed avallata dal Presidente della Repubblica. La composizione del CNL è stabilita, oggi, dalla legge n214 del 2011, ultimo di una serie di atti normativi che hanno modificato la composizione dell’organo di consulenza economica nell’arco della vita repubblicana. Fanno parte del Consiglio nazionale della Economia dieci esperti in materia economica, sostanzialmente professori universitari docenti di economia, quarantotto rappresentanti delle categorie produttive e sei rappresentanti del cosiddetto “terzo settore”, cioè il volontariato. Fra i rappresentanti delle categorie produttive devono essere presenti sia imprenditori, capitani d’industria, commercianti e rappresentanti del mondo impiegatizio. Il Presidente del CNL è nominato con decreto del presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dei Ministri. I membri del consiglio, invece,  eleggono due vicepresidenti. Il compito del CNL è di iniziativa legislativa. Può proporre disegni di legge in materia economico lavoristica. Così contribuendo fattivamente allo sviluppo dell’indirizzo di politica economico sociale dello stato. È un modo per confrontarsi direttamente con il Parlamento che sarà chiamato ad approvare, e quindi a far diventare legge, la proposta del CNL. L’Istituto ha una funzione consultiva. Sia il Parlamento che il Governo possono chiedere il suo parere e se la legge lo impone devono farlo in materie di carattere economico industriale. Il Consiglio ha una rilevante funzione di tipo informativo e conoscitivo. Esamina il documento di Economia e Finanza elaborato ogni anno dal Governo, prima che questi lo presenti alle Camere. Esprime la propria opinione su contratti nazionali stipulati o rinnovati dalle parti sociali davanti al governo. Esprime le proprie valutazione ed elabora un’analisi sullo stato dell’economia del Paese. Insomma elabora e pubblica valutazioni di carattere economico che rimangono prezioso supporto tecnico sia per il governo che per le camere. È d’obbligo ricordare che la riforma costituzionale del 2016, a firma del ministro Maria Elena Boschi, intendeva abrogare completamente l’articolo 99. La riforma voluta dal Partito Democratico intendeva eliminare questo prezioso organo di supporto al lavoro governativo. Gli Italiani hanno detto no. Hanno preferito lasciare questo organo di congiunzione fra stato e società. Questi sessanta uomini e donne sono un prezioso raccordo fra stato e cittadini. Troppo spesso la retorica ha considerato il CNL un mero costo. Il Movimento Cinque Stelle e la Lega, i veri vincitori delle ultime elezioni, invece si sono battute convintamente per mantenere intatto il CNL e le Province, che la Boschi e Renzi volevano abolire. Auspichiamo un governo a guida Lega, Forza Italia e M5s, che potenzi e di il giusto lustro al CNL e a tutte quelle altre istituzioni che Renzi e i suoi volevano abbattere.

Nessun commento:

Posta un commento