martedì 8 maggio 2018

VIAGGIO NELLA COSTITUZIONE: ARTICOLO 121


ARTICOLO 121
"Sono organi della regione: il Consiglio Regionale, la Giunta e il suo Presidente.
Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative attribuite alla regione e altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposta di legge alle Camere.
La Giunta regionale è l'organo esecutivo delle Regioni.
Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione; dirige la politica della Giunta e ne è responsabile; dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica."

Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.

L'articolo 121 della Costituzione Italiana delinea quali siano gli organi essenziali dell'istituzione regionale. L'ordinamento regionale ha un organo legislativo e un organo di governo. Il primo è il Consiglio, il secondo è composto dalla Giunta e dal suo presidente, che svolge anche la importantissima funzione di presidente della Regione. La dottrina ha avanzato alcuni dubbi sulla efficacia dell'articolo 121. Sostanzialmente è troppo scarno, non definisce adeguatamente i ruoli e le competenze dei vari organi istituzionali, Era adatto a definire la Regione, prima della riforma del 2001, quando l'ente era retto da un sistema collegiale in cui i ruoli delle varie cariche si intrecciavano e la regione si basava su un modello assembleare in cui il centro di ogni attività era il Consiglio Regionale. Oggi la regione non è più così. Il Presidente della Regione è eletto direttamente dai cittadini e ha un ruolo determinate nella conduzione della amministrazione e nella determinazione della politica regionale. Il suo ruolo è duplice. E' capo del governo. E' rappresentante istituzionale dell'intera Regione. Ha la responsabilità di nominare gli assessori che comporranno la sua giunta, che dovrà avere la fiducia del consiglio. La novità è che mentre prima della riforma, la mancata fiducia alla giunta non provocava lo scioglimento del consiglio, con le due riforme elettorale e costituzionale,che hanno modificato gli assetti e i rapporti fra organi regionali, la caduta della giunta implica lo scioglimento da del Consiglio e l'indizione di nuove elezioni, ciò avviene attraverso decreto motivato del Presidente della Repubblica. Insomma i destini del Consiglio Regionale sono legati a quelli del Presidente della Regione, eletto a suffragio universale.
Il Consiglio Regionale è organo legislativo. Ha il compito di produrre le leggi regionali nelle materie che la Costituzione riconosce come proprie della Regione. Ricordiamo che l'articolo 117 della Costituzione, novellato dalla riforma del 2001, elenca le materie di esclusiva competenza dello Stato. Lasciando le altre alla Regione. L'articolo si è ispirato a una cultura federalista, in cui le norme costituzionali indicano quali siano le ristrette competenza dello stato centrale, e lasciano agli stati locali le altre incombenze. E' utile sottolineare che l'Italia non è uno stato federale, è uno stato unitario che valorizza le autonomie locali. In tale ottica le competenze dello stato rimangono ampie e prominenti rispetto a quelle regionali, malgrado la riforma costituzionale. Il Consiglio regionale è comunque chiamato a legiferare in materie di estrema rilevanza. Si tratta di gestire le strutture scolastiche, di regolamentare la caccia e altre attività venatorie, ma anche di incentivare e organizzare le attività industriali e dell'artigianato. Insomma il consiglio regionale regolamenta la vita dei propri cittadini regionali in maniera incisiva. Pur non avendo il potere di legiferare sul diritto penale e civile, che rimangono di competenza del parlamento nazionale, può determinare la vita civile locale. Le regioni, in questi quasi vent'anni dal giorno della riforma costituzionale, hanno utilizzato gli ampi poteri conferitigli per rendere la cittadinanza compartecipe e attiva della vita istituzionale. Molte sono state le iniziative legislative che hanno favorito la nascita di esperienze sinergiche fra volontariato e istituzioni. Molte sono state le iniziative volte a favorire la micro, ma anche la macro impresa. Le Regioni si sono impegnate a favorire l'azione del volontariato. In forza di una legge quadro nazionale, ci sono state delle leggi regionali che hanno permesso il coordinamento e lo sviluppo di attività no profit di pregevole impegno. Un esempio è la Puglia che favorito la creazione di progetti per l'aiuto delle persone disabili, per l'aiuto delle persone affette da grave patologie, per l'aiuto dei migranti, tutto grazie alla partnership con realtà del terzo settore. Insomma il potere normativo regionale ha rivoluzionato il rapporto stato - società intermedie. Le organizzazioni sociali (società intermedie) hanno potuto trovare un interlocutore importante, sensibile alle esigenze del territorio. I progetti di integrazione e sviluppo del lavoro sono esperienze importanti che rendono onore alla attività regionale.
La giunta è l'organo di governo della regione. E' composta da assessori che sono coordinati dal presidente della regione, che svolge la funzione anche di presidente della giunta. Mentre prima della riforma del 2001 l'assetto consiliare della regione poneva l'esecutivo in uno stato di quasi subordinazione rispetto al consiglio, il testo costituzionale preriforma diceva che la giunta era organo esecutivo del consiglio. Oggi le cose sono cambiate. La giunta ha un ruolo di impulso delle attività regionali. I vari assessori possono avere una politica amministrativa propria, ovviamente in accordo con il disegno istituzionale del Presidente della Regione, non sono affatto sottomessi alla volontà consiliare, che invece in precedenza determinava nel dettaglio le loro attività. Oggi la Regione assume quasi un modello presidenzialista. E' il presidente che risponde delle sue azioni davanti non solo al Consiglio ma all'intero corpo elettorale. La sua elezione diretta lo fa un pivot della politica regionale, è lui il regista che coordina e disciplina la politica locale.
Il Presidente della Regione non ha solo un ruolo politico. E' anche il rappresentante e il garante della istituzione regionale. Ha il compito di promulgare le leggi regionali, così garantendone la correttezza e il rispetto sia della Costituzione sia delle leggi quadro nazionali, sia dello Statuto regionale. Le tre fonti del diritto alle quali la regione deve attingere per individuare le sue modalità d'azione. Il suo fine è quello di compiere un controllo al fine di evitare contenziosi con lo stato e altre regioni, che eventualmente dovrà risolvere la Corte Costituzionale. Ma il suo compito è anche quello di rendere pubbliche le attività normative regionali curando di pubblicarle sul bollettino, dopo averle firmate e promulgate. Insomma il Presidente della Regione è il centro della Regione, è il sole attorno cui ruotano gli altri astri, non pianeti perché brillano di luce propria anch'essi, della regione. E' d'obbligo ricordare che il modello regionale è la sfida che la Repubblica porta alle esigenze di autodeterminazione e di autonomia popolare. Attraverso la Regione lo stato porge l'orecchio alle richieste provenienti dalla società civile. In questi anni spesso purtroppo l'istituto regionale è stato fonte di scandalo. Ricordiamo le spese pazze della giunta Polverini a Roma, e le follie dei consiglieri regionali del Lazio. Rimane il fatto che la Regione rimane un prezioso strumento di crescita. Sono molte regioni, penso al Veneto o alla Lombardia, che stanno tentando di potenziare il potere regionale attraverso un'attuazione rigorosa del Titolo V della Costituzione, dedicato alle autonomie locali. Applicando l'articolo 116 terzo comma, stanno cercando di ampliare le proprie autonomie amministrative e legislative. Una sfida importante che potrebbe portare a rafforzare il prestigio regionale e a migliorare i servizi dei cittadini. Le regioni sono un prezioso lascito dei padri costituenti.Una intuizione avuta nel 1947, quando l'Italia non aveva mai conosciuto autonomie locali. La riforma del 2001 ha ampliato ulteriormente il ruolo delle regioni. La riforma del ministro Boschi che invece voleva ridurne il potere a vantaggio del governo nazionale è stata bocciata dai cittadini. Sulla scia degli scandali che avevano coinvolto vari consigli regionali, ad esempio l'acquisto di mutande verdi da parte del presidente del Piemonte Cota, con soldi pubblici, il parlamento nazionale aveva approvato una riforma che limitava i poteri regionali, invece l'elettorato ha scelto la Regione come l'ente del domani. il E' tempo di futuro. E' tempo che le Regioni si adoperino attivamente per fare da cinghia di trasmissione fra stato e cittadino.

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