martedì 29 maggio 2018

VIAGGIO NELLA COSTITUZIONE: IV DISPOSIZIONE TRANSITORIA E FINALE


IV DISPOSIZIONE TRANSITORIA E FINALE

“Per la prima elezione del Senato il Molise è considerato come Regione a sé stante, con il numero dei senatori che gli compete in base alla sua popolazione”.

Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.

Le disposizioni transitorie e finali della Costituzione Italiana sono diciotto. Sono norme che facilitano l’attuazione della nostra Carta Fondamentale. Contengono norme imperiture, che probabilmente varranno per l’intera storia Repubblicana. Come ad esempio la XIV disposizione che dichiara che i titoli nobiliari non sono riconosciuti. Ci sono invece norme che sono durate per quel breve o lungo, a seconda dei casi, lasso di tempo in cui era opportuno supplire a un vuoto normativo. È il caso della IV disposizione. È stata effettiva ed efficace fino alla riforma costituzionale del 27 dicembre 1963, che inserì nell’articolo 131 della Costituzione il Molise quale Regione della Repubblica, tale territorio era stata fino ad allora parte integrante dell’Abruzzo.  Tale riforma era in deroga all’articolo 132 che impone che ogni nuova regione abbia un minimo di un milione d’abitanti. Il Molise all’epoca non raggiungeva tale numero di abitanti. Ciò fu possibile in forza della disposizione transitoria XI, che autorizzava per un lasso di tempo ben definito le assemblee legislative nazionali a ignorare questo divieto a formare una regione sotto al milione d’abitanti. Il Parlamento, seguendo l’iter di legge costituzionale sancito dall’articolo 138, istituì la regione Molise. La consapevolezza che il Molise avesse una tradizione storica e una morfologia geografica che la rendeva entità autonoma, spinse i padri costituenti a garantirgli anche in Senato una rappresentanza, ancor prima che nascesse come ente regionale a sé stante. Ecco il senso della IV disposizione transitoria. In forza dell’articolo 57, terzo comma, il Molise ha oggi e già aveva prima di nascere diritto a due senatori che lo rappresentassero a palazzo Madama, sede del senato. Ricordiamo che mentre la camera dei deputati vede l’elezione dei propri membri in base alla divisione del territorio in circoscrizioni, istituite in base ai dati forniti dall’ultimo censimento. Il senato elegge i propri membri su base regionale. È la Regione la circoscrizione del Senato. In teoria, quindi, il Molise, fino alla sua costituzione quale istituzione regionale, non aveva diritto a rappresentanza al senato.  I costituenti ritennero opportuno ovviare a questo, concedendo al Molise due senatori ancor prima della legge costituzionale del 27 dicembre 1963. La centralità della Regione, quale ente di autonomia territoriale, è esaltato dalla storia della nascita della Regione Molise. Un processo storico che ha visto coinvolta l’intera comunità. I cittadini di Campobasso ed Isernia, le due città capoluogo di provincia che sono i due perni urbani del Molise, si sono impegnati nella costituzione della nuova entità. Hanno impegnato le loro energie mentali e fisiche per costruire una entità territoriale nuova ed allo stesso tempo fondata su tradizioni culturali e su una storia che affondano nei millenni. In un meridione d’Italia che si affacciava con fatica alla modernità. In un contesto sociale fondato sull’agricoltura e sulla pastorizia. L’esperienza della nascita della regione Molise è una storia di emancipazione sociale e di apertura al progresso. Da allora il Molise è diventata una regione turistica con i suoi splendidi monti appenninici e con le sue stupende spiagge accarezzate dai flutti dell’Adriatico ed affollate, in estate e non solo, da villeggianti. È anche una regione industriale, con un settore manifatturiero e petrolchimico fiorente. La sua storia è un racconto di emancipazione sociale e civile. La strada che porta al progresso non finisce mai. Il Molise, come tante regioni del Sud, ha ancora tanta strada da fare. Però pensare che il cammino verso il futuro è iniziato tanti anni fa, ben settanta, ed è coinciso con la scelta dei nostri padri costituenti di dare ai molisani due sentori, quali rappresentanti del territorio, fa capire come la Storia si compia non solo attraverso atti concreti, non solo attraverso l’economia e il lavoro (pur indispensabili), ma anche con gesti che apparentemente sembrano meramente simbolici.

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