RISORGERANNO
Che le statue antiche possano "risorgere", cioè essere ammirate da noi contemporanei nella loro bellezza è quello che ci auguriamo. Intanto il direttore del museo egizio di Torino inaugura in questi giorni una mostra fotografica che ha il titolo, provocatorio, "Anche le statue muoiono". Christian Greco vicentino classe 1975 è dal 2014 il responsabile di uno dei musei archeologici più importanti del mondo, che custodisce una vasta raccolta di reperti del paese dei faraoni. La mostra che sarà allestita nelle sale del museo sarà fotografica. I maggiori artisti dello sviluppo hanno prestato le loro foto di monumenti persi per sempre o grandemente danneggiati dalla follia umana. Importantissimo il reportage su Palmira, l'antica città romana che si trova in Siria, gravemente danneggiata dallo Stato Islamico. Come non ricordare l'enorme statua di Budda distrutta a colpi di cannone dai talebani in Afghanistan, mentre il XX secolo volgeva al tramonto. Ma danni al patrimonio culturale dell'umanità non l'ha fatto solo il terrorismo. Il museo di Baghdad fu gravemente danneggiato e molti suoi preziosissimi reperti, che ricordano le antiche civiltà della Mesopotamia, andati perduti a seguito della guerra fra l'Iraq di Saddam Hussein e gli Usa di George Bush. Il Museo fu letteralmente assaltato da coloro che diverranno seguaci del califfato, in nome di una folle iconoclastia. Anni dopo l'attuale presidente Donald Trump incolpò il presunto lassismo di Obama per quell'episodio, ignorando che allora Barack era solo un avvocato che si candidava alla carica di senatore mentre chi ha permesso, da presidente lo scempio fu un Repubblicano. Così si dimostra che si può impunemente distruggere, assieme ai monumenti, la verità storica. Ma anche in secoli passati la distruzione dell'arte era costume, purtroppo, comune. Molti imperatori romani distruggevano le opere volute dai loro predecessori, la "damnatio memoriae", cioè la decisione del politico vincente di uccidere l'avversario e di cancellarne anche ogni ricordo imponeva la distruzione di tantissimi monumenti del passato. Stessa cosa facevano i faraoni che addirittura utilizzavano e adattavano monumenti del passato per glorificare se stessi. Ramses II utilizzo una statua enorme di un suo predecessore, Amenofi II, per glorificare se stesso. Cambiò qualche iscrizione e quella statua da essere rappresentazione si Amenofi appari rappresentazione di Ramses. Solo recentemente, attraverso studi archeologici e paleografici, i ricercatori hanno potuto accertare la verità. Insomma l'arte è sempre stata strumento per glorificare chi detiene il potere. Da sempre chi succede nel dominio vuole distruggere le vestigia del predecessore, lasciando solo a se stesso il diritto di erigere monumenti per l'eternità. Ovviamente è ambizione vana. Chi lo seguirà del susseguirsi degli eventi storici distruggerà le sue opere. Intanto il museo di Torino prova a raccontare quello che l'umanità ha perduto o rischia di perdere in virtù di questa folle brama di violenza, auspicando che ciò non succeda più e che le statue possano "risorgere" attraverso un'accurata e appassionata opera di restauro.
testo di Giovanni Falagario
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