martedì 10 ottobre 2017

SCELTE DI VITA



UNA CULTURA ESCLUDENTE
In questi giorni mi è capitato di assistere personalmente o di apprendere dai mass media di episodi che hanno come protagonisti persone che si possono considerare rappresentanti di una minoranza. Donne, disabili ed immigrati sono stati protagonisti di episodi diciamo strani. Mi è capitato di vedere persone, considerate deboli, oggetto di insulti di grida e di derisione. Ovviamente per un Italiano non è nulla di scandaloso. Gli episodi di discriminazione si susseguono copiosi ogni giorno nel nostro paese. Per strada, nelle classi, negli uffici pubblici e privati prendersela con il meno fortunato è la regola. Sicuramente l'Italia non cambierà mai, anche perché non c'è alcuna voglia di cambiare modo di vedere le cose. Il disabile, l'immigrato, il meno fortunato sarà sempre e comunque l'agnus della favola di Fedro che sporca l'acqua al lupo anche se il piccolo animale da pascolo di trova a valle rispetto al famelico predatore, che è a monte. Ogni forma di solidarietà verso i meno fortunati è visto come un attacco allo stile di vita dei "normali". Anche parlare esporre le proprie posizioni diventa un sopruso che il disabile si arroga illegittimamente. Addirittura il disabile è un pericolo. Fa ridere l'episodio che vi racconto. Due persone lavorano nello stesso ambito lavorativo, ad un certo punto si trovano ad operare nello stesso locale, la persona "non-disabile" accusa il disabile di averlo fatto spaventare, la cosa strana è che ambedue svolgevano le mansioni sempre svolte. E' andato dal capo e ha detto "mi ammazzava", intendendo dire mi si è parato di colpo d'avanti e per un poco non mi faceva venire un infarto. Converrete che può capitare di far spaventare qualcuno parandosi, per sbaglio, dinnanzi a lui, ma appare paradossale accusarlo di tentato omicidio. Si sa episodi frutto del pregiudizio che solo nel nostro paese possono succedere. Non credo altrove. Intanto il paese si scopre luogo di violenza di pregiudizio di discriminazione. Nulla sembra cambiare. Il "diverso" è oggetto di risa, di burle, ma questo sarebbe anche il meno. Il diverso è addirittura visto come il nemico da vincere, la causa dei propri mali. Come dimostra l'episodio del multato in un centro commerciale, che costretto a pagare una salata ammenda per aver sostato nello spazio dei disabili, se la prende, scrivendo un manifesto di insulti, contro la persona nondeambulante a cui aveva tolto il posto. Questo denota che questa cultura d'astio verso i più deboli è dura da superare. C'è da dire un'altra cosa: per cambiare una cultura bisogna che la popolazione che l'ha creata abbia la volontà di cambiarla. In Italia forse questa volontà è di troppo poche persone. Per quanto riguarda le donne, purtroppo, il bilancio di questa estate è tragico. Questa cultura che la mette a margine non ha solo creato danni fisici, ha procurato danni psicologici e violenze immane come è capitato alla giovane turista polacca violentata sulle spiagge di Rimini. Il femminicidio, la violenza sul gentil sesso è una pagina tremenda che la nostra penisola sta vivendo. Noi siamo pronti a farci promotrici e promotori di una cultura che metta al bando la discriminazione e l'odio di genere? Siamo disposti a considerare il disabile persona degna di essere trattata da essere umano e non come mero oggetto (il termine l'ho utilizzato a posta) di dileggio.
Vito Lacomune

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