VOTO SICILIANO
Se i sondaggi saranno rispettati, cosa estremamente plausibile visto i distacchi fra i contendenti che fanno trasparire, le elezioni in Sicilia segneranno un'ulteriore crepa alla leadership del Partito Democratico nel paese. Appare estremamente probabile, quasi certo, che il candidato della sinistra alla presidenza della regione siciliana, Fabrizio Micari, arriverà terzo dietro il candidato Cinque Stelle, Giancarlo cancellieri, e il candidato di Forza Italia, Nello Musumeci. Questi due si contenderanno la presidenza, mentre Micari è già considerato fuori dai giochi. Insomma il voto del 5 novembre dovrebbe decretare la bocciatura da parte degli elettori, non solo siciliani, di quella che è stata la legislatura nazionale a guida Partito Democratico, che si chiuderà fra qualche mese. Un bel problema per il segretario del PD, Matteo Renzi, che sembra intenzionato a riproporsi come candidato alla Presidenza del Consiglio alle prossime elezioni nazionali.Insomma il voto di novembre segnerà un momento di crisi per il governo nazionale, guidato da un esponente del pd, quale Paolo Gentiloni. Appare difficile pensare a una politica serena e volta alle riforme da parte di un esecutivo che non ha consenso nel paese. Per questo si prova ad accelerare. La più importante riforma che il parlamento è chiamato ad approvare, deve essere fatta prima delle elezioni siciliane. Stiamo parlando della riforma elettorale. Il Governo ha posto la fiducia sulla proposta di legge in questione, proprio per garantire che il provvedimento sia approvato prima delle consultazioni elettorali in Trinacria. La nuova legge, se sarà approvata, dovrebbe essere un sistema misto alla tedesca. Il 50% dei parlamentari saranno eletti in collegi uninominali e i restanti saranno eletti con un sistema proporzionale all'interno di liste presentate dai partiti. Un sistema che non piace al Movimento Cinque Stelle, anche perché prevede che i partiti possano presentarsi coalizzati, e si sa il Movimento Cinque Stelle rifiuta ogni tipo di accordo pre e post elettorale. Di conseguenza un sistema del genere lo danneggerebbe grandemente. La direttiva di Matteo Renzi è di correre. Di approvare in fretta le riforme, che potrebbero fermarsi davanti a una debacle del suo partito nella prossima tornata elettorale siciliana. Chi rimane interdetto è l'elettore. Se si andasse a votare con la legge attualmente in vigore il suo voto andrebbe disperso in liste e listini, probabilmente si prospetterebbe una fase si estrema ingovernabilità, ma se arrivasse la nuova legge elettorale si potrebbe prospettare un voto falsato che "regala" troppi seggi ai partiti di sinistra e di destra, penalizzando il M5S. Intanto il dies irae che potrebbe segnare la fine degli equilibri interni al pd, il giorno delle elezioni siciliane, si avvicina.
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