martedì 10 ottobre 2017

I POLACCHI DIFENDONO I CONFINI PATRII



LA SCELTA POLACCA
L'altro l'altro ieri, 07/10/2017, i cittadini polacchi hanno deciso di incontrarsi lungo i confini del loro paese. Un atto simbolico che voleva esprimere l'intenzione di difendere la propria nazione da una (presunta o reale che sia) invasione straniera. I cittadini della nazione di Giovanni Paolo II non temevano carri armati, russi o tedeschi, che avevano invaso il proprio territorio nel lontano 1939. Temevano l'invasione islamica prodotta dalle ondate di immigrazione che segnano questo decennio o ventennio di storia europea. Come tutti i paesi dell'est Europa la Polonia non ha una presenza considerevole di migranti provenienti dall'Asia e dall'Africa. C'è una forte minoranza straniera, ma questa è composta da ucraini, uno stato in cui si è cattolici o al massimo ortodossi. L'atto dei polacchi è chiaramente un gesto di chiusura. Lo stato che ha come capitale Varsavia si sente profondamente cattolico e non è disposto per alcun motivo ad ospitare una comunità mussulmana. Non è un caso che la manifestazione a difesa dei confini sia avvenuta proprio lo stesso giorno in cui l'esercito cristiano sconfisse in una memorabile battaglia navale i Mussulmani a Lepanto. Il decisivo scontro fra la coalizione di cristiani e i Turchi avvenne il 7/10/1571. La manifestazione, che oggettivamente ha racconto consenso fra il popolo, bisogna dire che non si può considerare del tutto spontanea. Ha avuto la benedizione e l'appoggio del partito di governo, denominato Diritto e Giustizia, che non nasconde affatto le proprie posizioni di estrema destra e di chiusura verso tutto ciò che estraneo alla cultura tradizionale polacca. Non è un caso che il governo polacco si trova in aperta polemica con l'Unione Europea, di cui la Polonia fa parte, proprio per le cosiddette "quote di migranti", un accordo interstatale che dovrebbe distribuire i profughi giunti nelle sulle coste mediterranee del Vecchio Continente in tutte le nazioni aderenti all'Unione, superando così il trattato di Dublino. Insomma la scelta polacca sembra essere quella di chiusura. Chiudere le frontiere, presiedute simbolicamente e fisicamente dall'intero popolo, contro l'ingresso dell'Islam. Insomma dopo quasi cinquecento anni la battaglia di Lepanto è ricordata come baluardo dell'integrità cristiana, in particolare cattolica, contro il pericolo identificato nella religione di Maometto e dei suoi credenti.
testo di Giovanni Falagario

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