sabato 28 ottobre 2017

VIVERE LA COSTITUZIONE



ARTICOLO 21
Il primo comma dell'articolo 21 della Costituzione Italiana dichiara "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto o ogni altro mezzo di diffusione". Un principio chiaro che difende la libertà di pensiero e di parola. Non basta essere liberi di pensare ciò che si vuole, nessuno fra l'altro ce lo può impedire visto che il nostro pensare appartiene al nostro mondo interno, celato agli altri. Bisogna essere liberi di proferire parola. I tifosi della Lazio insultando la memoria di Anna Frank hanno esercitato un diritto tutelato dall'articolo su citato. Ma fino a che punto si può esercitare questo diritto? Si può arrivare a praticare il razzismo e manifestarlo come ha fatto il tifo Laziale. La risposta è difficile. Censurare un qualsiasi pensiero anche negativo rischia di essere una censura inaccettabile. Allo stesso tempo permettere di gridare allo stato e attraverso i social network messaggi che inneggiano all'Olocausto o alla guerra Nazi Fascista lede quei principi di pace, fratellanza e solidarietà propri del nostro ordinamento costituzionale nato anche per impedire che l'orrore dei campi di concentramento nazista si ripeta. La libertà di dire ciò che si vuole non può essere strumento per inneggiare alla violenza e all'odio. Ma ciò non può essere imposto dalla legge. Bisogna insegnare al nostro prossimo che il diritto a dire ciò che si vuole implica una consapevolezza di ciò che si dice. La guerra, la violenza, la morte che il fascismo evoca dovrebbe essere sufficiente per bandirlo dalle nostre bocche, o meglio dovrebbe portarci a considerarlo un modello culturale deleterio oltre che negativo e quindi bisognerebbe parlarne solo per censurarlo con fermezza. Si è liberi di parlare, ma si è anche liberi di capire che la cultura della violenza è male. Nella quotidianità si censura spesso. Molte volte si fa tacere lo scemo, che dice scemenze. "Statti zitto che non capisci niente". Io provengo da una scuola culturale che invita al dubbio. Spessissime volte mi è stato ripetuto che invitare al silenzio chi parla male è un diritto. Io non sarei molto d'accordo. La costituzione, penso, inviti a confutare e non a tacitare chi sbaglia. Questo vale nella quotidianità ma anche nel caso dei tifosi laziali che imprecano contro Anna Frank, ragioniamo contro chi esprime concetti che reputiamo sbagliati non li insultiamo.
Testo di Giovanni Falagario

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