lunedì 9 ottobre 2017

COREA: LA DONNA DEL REGIME



CRISI COREANA
Kim Jong-Li, il dittatore Nordcoreano, annuncia che la sorella Kim Yo-jong entra, ad appena trentanni, nel politburo, il più importante organo collegiale dello stato, il gabinetto del presidente. Una notizia volta a rafforzare il potere interno della famiglia Jong che da tre generazioni domina lo stato asiatico. Dalla nascita della nazione il governo è considerato "affare di famiglia". Le più alte cariche dello stato sono affidate da sempre alla famiglia di Kim Il-sung, fondatore dello stato della Corea del Nord e nonno dell'attuale despota. Una nomina, quella della consanguinea ,che appare un premio. Fino a pochi giorni fa la donna non era affatto rimasta con le mani in mano. Fin da giovanissima Yo è stata al vertice dell'ufficio di propaganda. Questo organo dello stato non solo si occupa di glorificare le gesta del dittatore, della sua famiglia e dello stato, compito già questo importantissimo visto il ruolo fondamentale della retorica di regime finalizzata a rafforzare il consenso interno, ma ha anche, secondo voci incontrollate, un altro compito ben più gravoso. Secondo alcune non precisate "gole profonde" del regime Kim Yo-jong avrebbe personalmente diretto le "operazioni speciali" volte all'eliminazione fisica degli avversari interni del fratello. Sarebbe stata lei a ordinare l'eliminazione dello zio Jang Song-Thaek, diventato troppo potente, facendolo sbranare dai cani. Avrebbe ordinato e coordinato le operazioni per uccidere un fratellastro scappato all'estero. Se così fosse, se lei avesse in mano le redini dell'apparato repressivo nordcoreano, il suo ingresso nel politburo sarebbe un segnale di un ulteriore escalatin di violenza del regime verso veri o presunti dissidenti. Il sistema di morte ideato dalla corea ai danni di personaggi scomodi sarebbe diventato una priorità assoluta del governo. E' facile pronosticare, quindi, che aumenteranno in maniera geometrica gli omicidi politici e le condanne a morte sommarie. Mentre la Corea del Nord sta diventando sempre più un paese dispotico, in cui i diritti umani vengono calpestati, il presidente americano, Donald Trump, minaccia la guerra totale. Riferendosi ai coreani ha twittato "capiscono una sola cosa", non ha detto che cosa, ma non appare azzardato affermare che sottointendesse "la guerra". Si sa che la crisi Usa-Corea del Nord nasce dal fatto che lo stato asiatico si sta dotando di un arsenale nucleare. Molti esperti dicono, prove alla mano, che la Corea può già oggi armare missili a lungo raggio di una testata nucleare e farli esplodere addirittura nel territorio americano. Insomma sembra che i destini del mondo siano legati a un dittatore pazzo, Kim Jong-un, e un presidente americano, Trump, che non riesce a gestire le crisi internazionali senza dare sfogo alle sue tensioni ormonali. Un passo azzardato di queste due teste, avvezze a lasciarsi condizionare dalle passioni, potrebbe determinare, purtroppo, la morte di milioni di persone.
testo di Giovanni Falagario

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