IL PAESE COMMOSSO
L'altro ieri notte, 26/03/2018, si è spento Fabrizio Frizzi. Il notissimo presentatore televisivo soffriva da tempo di una gravissima malattia, che affrontava con la sua proverbiale forza d'animo e dignità. Un morbo che non gli impediva di presentarsi al pubblico, da ineffabile intrattenitore qual'era. Oggi che non c'è più sono in migliaia a piangerlo, raggiungendo la Camera Ardente per lui allestita nel palazzo della RAI situato in viale Mazzini a Roma. Sono in tantissimi coloro che parteciperanno ai suoi funerali, che si terranno oggi, 28/03/2018, alle 12 presso la Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo. Una persona simpatica, un viso gioviale, che allietava le serate e le giornate di milioni di telespettatori. Una persona che riusciva a non eccedere in esuberanza. La sua simpatia non scadeva mai nell'esasperata voglia di apparire. Era un uomo timido, attento a non ferire il cuore altrui. Appariva fuori posto quando era chiamato a fare la cosiddetta "Tv del dolore", quando giovanissimo intervistava persone in difficoltà nella trasmissione "Affari tuoi". Il suo viso appariva quello di chi vuole aiutare l'altro, non certo di chi era bramoso di curiosare nella vita altrui. Ma il vero Fabrizio Frizzi era il sorridente giocherellone che si divertiva a vedere e a far vedere bizzarre performance di perfetti sconosciuti. Forse la trasmissione che più gli somigliava era "Scommettiamo che.." trasmessa e condotta da lui con estremo successo per anni. Poi i Quiz. L'eredità, l'ultima trasmissione da lui condotta. Lo sguardo perplesso di Fabrizio davanti a un risposta sbagliata del concorrente, faceva trasparire la capacità di cogliere tutte le sfaccettature dell'animo umano che si manifestano perfino durante una trasmissione a premi. Il paese, l'Italia, sa che Fabrizio Frizzi era una brava persona. Sa che era una persona pronta ad aiutare il prossimo e non solo perché era impegnato nella conduzione della trasmissione Telethon, la maratona Rai di beneficenza, ma anche perché era un donatore di sangue e di midollo osseo, anche perché sapeva offrire se stesso per il bene degli altri. Il sorriso di Frizzi ci mancherà. Ci mancherà sapere che potremmo accendere la televisione e ascoltare il suo "Buonasera" sempre gioviale. I personaggi televisivi appaiono spesse volte come chiusi in una torre d'avorio, estranei alla quotidianità. Frizzi invece riusciva ad essere parte della nostra quotidianità, ecco perché oggi alla Chiesa degli Artisti saluteremo e diremo arrivederci a un amico che parte, che ci abbandona troppo presto. Non possiamo fare altro che piangere assieme alla moglie e alla figliola una persona preziosa.
Nessun commento:
Posta un commento