L SIPARIO STRAPPATO
Quaranta anni fa veniva sequestrato il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. Il 16 marzo del 1978 a Via Fani, Roma, un blitz delle Brigate Rosse ferma il convoglio di macchine del politico, spara in maniera forsennata su autisti e scorta, e cattura il professore di filosofia del diritto, prestato alla politica. Quel gesto così orrendo, quella barbara violenza, ha segnato per sempre la storia dell'Italia. Da allora la politica non può dirsi innocente. Sembra esserci un filo rosso, sangue, che lega l'atroce gesto di Mario Moretti e i suoi scagnozzi con l'ultimo episodio di violenza politica,la scelta dell'attivista leghista, Luca Traini, di sparare contro un gruppo di migranti a Macerata. Oggi, bisogna ammetterlo subito, la violenza non è solo di destra. Come all'ora la sinistra è violenza. Come Luca Traini rappresenta l'anima violenta di Lega e Forza Italia, i centri sociali sono l'altra faccia di una politica violenta, una politica della pistola e della spranga che magari non prende voti ma è comunque pericolosa. Ha ragione Silvio Berlusconi a ricordarlo. Insomma la violenza serpeggia nell'agone politico del nostro paese. La pistola è diventata lo strumento di confronto. Tutto è incominciato nei bui anni '70. E' incominciato con gli attentati dei "neri" e dei "rossi". La politica è violenza, allora come oggi i partiti che si dichiarano non violenti, che appoggiano la pacifica soluzione dello scontro politico sembrano alle strette. L'attacco al cuore dello stato, lo sconquasso istituzionale, che sconvolge la politica è forte. Si è strappato il sipario. E' apparsa la violenza su cui poggia la politica. Le parole di pace e di concordia sembrano solo finzioni, davanti alla tesi che la politica è "polemos", è guerra. L'attentato di Via Fani, il sequestro di Aldo Moro, è l'epifania di un rito barbaro che è insito nello scontro fra ideologie contrapposte. Un rito che chiede sangue, che chiede vittime sacrificali da mandare al macello, che chiede sacerdoti di una religione assoluta bramosi di sacrifici umani. Bisogna mutare questo modo di pensare. la Politica non deve essere violenza, la politica deve essere l'arma per vincere la voglia di prevaricare sull'altro. Aldo Moro è morto quarant'anni fa, è stato sequestrato perché i suoi aguzzini perseguivano un obbiettivo politico che giustificava la violenza. E' ora di dire basta. Di dire no ad ogni forma di intemperanza, anche verbale. Chi usa la forza, anche solo delle parole, per prevalere sull'altro deve essere censurato e fermato. Io rimango sconvolto nel costatare che il metodo violento ha ancora un seguito. La guerra, fra le nazioni e fra le persone, non è mai una soluzione ai problemi, è solo orrore. Per questo ricordare il sequestro Moro è un monito alla concordia per noi cittadini di oggi.
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