ARTICOLO 57
“Il Senato della
Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione
estero.
Il numero dei
senatori è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione
estero.
Nessuna Regione può
avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta
uno.
La ripartizione dei
seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla
circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente
comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni quale risulta
dall’ultimo censimento regionale, sulla base di quozienti interi e dei più alti
resti”
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
Mentre l’articolo 56 della Costituzione disciplina le norme
generali per l’assegnazione dei seggi alla Camera dei Deputati, l’articolo 57
dispone le indicazioni generali per l’assegnazione della carica di senatore. Il
senato è eletto a base regionale. I 309 seggi elettivi sono ripartiti fra le
regioni, che sono considerate quali circoscrizioni nel caso delle elezioni del
senato, in proporzione alla loro popolazione, in più vengono assegnati 6 seggi
designati dalle circoscrizioni estero. La costituzione, il secondo comma dell’articolo
57, stabilisce che i senatori eletti sono trecentoquindici, di cui 6 sono della
circoscrizione estero. L’introduzione dei rappresentanti degli italiani
residenti all’estero è stata voluta dal Parlamento, sia per la camera che per
il senato, con la legge costituzionale del 23 gennaio 2001. La Costituzione
impone che ogni regione debba avere almeno 6 senatori, le regioni più piccole
della penisola il Molise e la Valle d’Aosta ne hanno rispettivamente due e uno.
Insomma la composizione del senato è su base regionale. È un principio che la
Repubblica ha commutato dagli stati federali, in cui la camera alta è l’espressione
dell’autonomia locale. In realtà il nostro senato non è espressione delle
amministrazioni locali, i senatori, al pari dei deputati, rappresentano la
nazione non le loro realtà territoriali. La costituzione impone che la Regione
sia semplicemente l’ambito territoriale in cui designare i senatori, mentre per
la camera dei deputati è l’intero territorio nazionale. Per diventare senatori,
per essere eletti, bisogna avere compiuto almeno quarantenni il giorno delle
elezioni, mentre per essere deputati basta averne 25. I senatori vengono eletti
fra i componenti delle liste che concorrono alla competizione elettorale. La
percentuale della singola lista ottenuta in ogni singola regione determinerà il
numero di senatori che il partito o movimento legato alla lista stessa potrà
mandare in senato. Insomma se una regione può mandare in senato 5 candidati,
questi saranno ripartiti proporzionalmente fra le liste che hanno partecipato
alla competizione elettorale in quella determinata regione italiana. Il senato
è molto caro ai cittadini italiani. Pochi mesi fa l’elettorato ha bocciato una
legge costituzionale che ne riduceva il numero di componenti e ne impoveriva le
funzioni. Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Andrea Di Maio si sono battuti
strenuamente per la difesa delle prerogative senatoriali. La loro battaglia per
salvaguardare il numero dei senatori e le loro prerogative è stata accolta dal
consenso degli italiani, che hanno detto “No” a Renzi che voleva ridurgli
perfino lo stipendio. Secondo la riforma i 100 senatori sopravvissuti dovevano
andare a Palazzo Madama gratuitamente. Il senato è il simbolo del paese. Berlusconi
e Salvini, quando domani5/03/2018 vinceranno le elezioni si batteranno per tutelare
i senatori. Il senato è delle persone sagge, si può votare per eleggere i suoi
rappresentanti se si ha raggiunto i 25 anni. È il luogo ove saggezza e
moderazione regnano, non è un caso che Silvio Berlusconi sia stato senatore
fino a quando una malefica legge l’ha fatto decadere dalla carica solo perché
evasore fiscale. Bisogna tutelare quest’assemblea così sacra.
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