lunedì 10 agosto 2020

CIAO FRANCA

 

UN SECOLO D’IRONIA

Il 9 agosto 2020 a Roma si è spenta Franca Valeri, nome d’arte della signora Alma Franca Maria Norsa. Era nata a Milano il 31 Luglio 1920. Quindi è spirata quando aveva da poco compiuto cento anni. Era una attrice a tutto tondo. La notorietà era giunta appena finita la guerra con il teatro e, poi negli anni 50 del secolo scorso, con la radio, il cinema e la televisione. I primi trent’anni della sua vita, quelli vissuti durante il fascismo, erano stati complessi. Figlia di una coppia che il deprecabile regime considerava “mista”, cioè composta dal padre Luigi Norsa di religione ebraica e dalla madre, Cecilia Valagotti, di formazione cattolica, deve fare i conti con le leggi razziali che entrano in vigore nel 1938 e che prevedono forme restrittive della libertà per coloro che avevano “sangue ebreo”, scusa l’orrore ma è così. Franca vive con la madre a Milano, celando l’identità del padre, mentre il genitore fugge con il fratello in Svizzera. La guerra finisce. La Repubblica elimina ogni differenza giuridica fra persone in base alla propria fede, al proprio genere sessuale, alla propria essenza di essere umano. La Libertà porta la rinascita. E così Alma Franca si scopre donna di spettacolo. Si spoglia del peso della storia e si prende il nome d’arte Franca Valeri. L’attrice si scopre una comica. In quel tempo il ruolo è prevalentemente se non solamente maschile. Franca rompe gli schemi. Si offre al pubblico come esilarante attrice. I suoi personaggi rimarranno nella storia del costume italiano. Come non ricordare la Signora Cecioni, che al telefono si sfoga con la madre dei vizi e dei difetti del marito, dei figli e delle persone che gli stanno attorno. Quello sckec è un modo per mettere alla berlina una società italiana che si appresta a rompere alcuni tabù, ma che rimane pur sempre legata alle regole, spesso ipocrite, del passato. Il suo modo di rappresentare la realtà, in modo surreale e paradossale, assomiglia al modo con cui l’hanno rappresentata gradi autori del passato, soprattutto quelli teatrali, alcuni personaggi della Valeri ricordano, per ipocrisia graffiatamente rappresentata dall’attrice, quelli di Lionescou, autore Romeno, e di Luigi Pirandello.

Franca Valeri è una grande attrice. Innumerevoli sono le sue partecipazioni in film che hanno segnato la storia della commedia italiana. Sarà al fianco di Totò, il principe Antonio de Curtis, in diversi films, fra cui Totò a Colori. Sarà la moglie, un po’ .. troppo.. rompi.., di Alberto Sordi. Ne “il bigamo” sarà al fianco dell’Albertone di Roma, ad esempio. Ma la sua carriera cinematografica non si ferma mai, attraversa tutti i decenni del secolo XX per arrivare, trionfalmente, al XXI. Ma la sua creatività si esprime anche attraverso la letteratura e la composizione di opere teatrali. La sua notorietà si amplia incredibilmente, quando riesce a raccontare abbinando magistralmente da par suo, la vita complessa di Santippe, ne “La vedova di Socrate”. Franca Valeri da par suo riesce a raccontare la complessità di un personaggio storico, quale la compagna di vita del filosofo di Atene, così odiata, ricordiamo che Platone la disegna come una megera, ma allo stesso tempo così moderna.

Insomma Franca Valeri è stata la regina della commedia italiana. Assieme ad altre grandi: pensiamo a Sandra Mondaini, Monica Vitti, e a tante altre. È riuscita a rendere al femminile il mondo della risata che un astruso preconcetto riteneva un ambito maschile. Prima di lei le donne della commedia non dovevano far ridere, ma dovevano far da contorno, con le loro forme fisiche prorompenti, alla verve artistica dell’uomo mattatore. La signora Litizzeto, faccio uno dei tanti esempi di comica contemporanea, deve molto alla Valeri. Lo stesso molte altre. Insomma Franca Valeri è stata testimone del secolo. Ha vissuto tragicamente il fascismo, colpita in prima persona dal pregiudizio del regime. Ha saputo rappresentare gli aspetti contradditori dello stato Repubblicano del Dopo Guerra e del “boom economico” è stata anche testimone delle molteplici crisi e delle altrettante rinascite del nostro paese. Forse è l’incarnazione di un’Italia che si sente divisa, Milanese con pregiudizi verso Roma capitale, ma che in realtà si scopre attraverso il lavoro e la conoscenza reciproca profondamente unita.  Noi possiamo che dire grazie a Franca Valeri. La ricorderemo sempre per il suo messaggio di sarcasmo, certo, verso le ipocrisie della società italiana, ma allo stesso tempo per il suo ottimismo. Ogni suo personaggio sembra dire: è vero nell’italiano e nell’italiana c’è cinismo, c’è ipocrisia, c’è attaccamento alle piccole e vergognose cose di ogni giorno, ma quello che conta è l’afflato ad andare oltre a tutto ciò, oltre i limiti, per costruire un paese migliore. Era ed è l’Italia ottimista che mette alla berlina i propri difetti per superarli e costruire un domani migliore. Ciao.

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