venerdì 28 agosto 2020

PARLANDO DI COSTITUZIONE

 


ARTICOLO 69

“I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge”

Le indennità dei parlamentari, i loro stipendi, sono stati oggetto di grandi e, dobbiamo dire, giustificate polemiche. I lauti stipendi e i rimborsi che ricevano senatori e deputati appaiono veramente troppo alti. È considerato addirittura disdicevole che la politica, in un momento di crisi economica, sia lautamente ricompensata, come attualmente prevede la legge. I parlamentari hanno diritto, oltre che alle mensilità, a un rimborso spese per le attività di rappresentanza nella capitale e per le eventuali spese legate ai viaggi per raggiungere le sedi istituzionali. Uffici e segretari sono interamente a carico dello stato. I partiti hanno diritto a rimborsi molto congrui per le spese elettorali. Questa forma di pagamento è stata istituita con legge il 31 ottobre 1965. Col passare degli anni e dei decenni i soldi dati alla politica sono aumentati in maniera poderosa. La Repubblica Italiana è lo stato europeo che spende di più per compensare l’attività parlamentare e politica in generale. Se si aggiunge a questo dato, l’enorme mole di corruzione presente nel nostro paese, lo spreco direttamente legato all’attività dei politici si può stimare che si aggiri a miliardi di euro. Un dato che fa paura. L’articolo 69 della costituzione non voleva affatto giustificare la sete di denaro dei politici. Non voleva certo che Luigi Lusi, tesoriere del partito di sinistra “La Margherita”, sottraesse  milioni di euro allo stato giustificandoli quali rimborsi elettorali del suo partito. Lo scandalo è stato grande, si è aperto un processo giudiziario dagli esiti ancora non definiti, che coinvolge non solo Lusi ma esponenti importanti della sinistra italiana, quale ad esempio Francesco Rutelli. Bisogna notare che la legge impone che lo stipendio dei parlamentari non possa essere superiore al trattamento finanziario che riceve un magistrato con funzione di presidente alla Corte di Cassazione. Questo dovrebbe essere un limite che equipara il parlamentare a un qualsiasi alto funzionario dello stato. La Politica non deve essere vista come atto gratuito, almeno secondo la interpretazione vigente della Costituzione, ma comunque deve essere ricompensata non in maniera abnorme. I parlamentari, oltre al rimborso spese e allo stipendio, hanno diritto a viaggiare gratuitamente sulle linee ferroviarie dello Stato. Il Movimento Cinque Stelle, la forza politica che ha vinto le ultime elezioni, ha promesso un forte ribasso degli stipendi parlamentari, fino a un loro azzeramento. Nella scorsa legislatura il Movimento fondato da Beppe Grillo ha deciso che i propri rappresentanti in Parlamento cedessero gran parte del loro stipendio di politici a un fondo per far ripartire l’economia italiana. I soldi dei “grillini” sono serviti a far ripartire imprese economiche in difficoltà e dare lavoro ai giovani. Un atto lodevole e apprezzato soprattutto al Sud Italia, che li ha votati in massa alle ultime elezioni. La Lega invece ha avuto consensi al Nord. Ha premiato la durezza di Matteo Salvini. Per lui il problema non sono gli sprechi della politica, ma l’immigrazione quale pericolo nazionale. Il Carroccio, così è denominata in gergo la Lega, è stata nell’occhio del ciclone per i rimborsi elettorali, l’ex segretario Umberto Bossi ha un procedimento penale ancora aperto, perché avrebbe trasferito soldi pubblici in conti all’estero. L’attuale segretario Matteo Salvini si è rifiutato di farsi parte civile al processo, si è rifiutato di considerare illecita la sottrazione all’Italia di denaro. Questa posizione ha creato consenso. L’alleanza Forza Italia / Lega alle ultime elezioni ha avuto tantissimi voti al nord. Insomma la Penisola è spaccata in due. Da una parte il Settentrione vota destra, autorizzando di fatto l’utilizzo dei soldi da parte dei partiti, dall’altro al Sud vota un partito che vorrebbe ridistribuire alla cittadinanza la parte di ricchezza detenuta dalle forze politiche. Difficile definire l’esito di una tale vicenda. Fa impressione l’idea che potrebbe formarsi un governo lega e Movimento Cinque Stelle, due partiti che hanno una visione dello Stato e dei soldi pubblici diametralmente opposti. Per Salvini il reddito di cittadinanza è uno spreco. Per il Movimento i soldi racimolati dalle tangenti sono uno scandalo. Per la Lega chi è da deprecare sono i “terroni” che chiedono soldi. Per il Movimento chi è da deprecare sono i politici come Mantovani, l’assessore ai lavori pubblici di destra della Regione Lombardia arrestato per tangenti. Insomma per la Lega e per Forza Italia la politica deve finanziarsi, anche in maniera robusta, per il Movimento Cinque Stelle deve invece rinunciare ai privilegi per una più efficace ridistribuzione sociale del reddito. Queste due forze, con programmi diametralmente opposti, hanno vinto le elezioni. Sembrano destinate a governare insieme. Ce la faranno? Riusciranno a superare le differenze. Riusciranno a smussare gli angoli e a far combaciare una visione della cosa pubblica che apparentemente sembra agli antipodi. La lega in passato, con Forza Italia, si è battuta per la depenalizzazione del falso in bilancio, per rendere più brevi le prescrizioni a reati di natura finanziaria, per difendere chi ha fondi neri all’estero, riuscirà a convivere in un governo con i M5S che fa dell’onestà la sua bandiera? Difficile dirlo. Una cosa è certa: la Lega ha milioni di euro all’estero frutto dell’utilizzo malsano dell’articolo 69 della Costituzione esattamente come tutti gli altri partiti della cosiddetta prima e seconda repubblica. È d’obbligo ricordare che anche il Partito Democratico, al pari dei partiti di destra, è stato coinvolto in scandali quali ad esempio la vicenda consip. Consip è l’ufficio che fornisce servizi alla pubblica amministrazione:penne, materiale d’ufficio, ma anche altri beni molto più costosi. Il solo dubbio che alcuni membri del pd abbiano usato i soldi del consip per arricchirsi ha fatto crollare i consensi della sinistra. Ora appare lampante la diversità dell’elettorato di Lega e Forza Italia rispetto a quello di M5S e Partito Democratico. Mentre l’uno è disposto a perdonare gli illeciti penali dei propri politici. Gli altri appena sentono puzza di scandalo non li votano.

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